Ancora un paese in fallimento, il Venezuela. Non è uno Stato qualunque, non soltanto perché chi scrive è nato e cresciuto a Caracas, ma anche perché, negli anni dell'emigrazione, ha accolto moltissimi italiani.
In quest'occasione non voglio parlare di crisi politica, il mio pensiero va all'emergenza sociale ed economica che sta asfissiando il paese. Non si tratta soltanto di calo del prezzo del petrolio, visto che gli altri paesi dell'OPEC non si trovano nel fossato come il Venezuela, ma di malgoverno e corruzione.
Finite le briciole elemosinate da Chàvez, con lo scopo di mantere tutti poveri e ignoranti, oggi il venezuelano vive ancora di più nella miseria.
Un "dittatorucolo" che sopravvive ignorando la Costituzione cosa che potrebbe far perdere la pazienza alla gente.
Si potrebbe aprire uno scenario ancora più drammatico in cui lo spargimento di sangue del popolo sarebbe la triste conclusione.
La popolazione è indebolita, stressata, alla continua e disperata ricerca di cibo e medicinali introvabili, impegnata in estenuanti code davanti alle farmacie e ai supermercati. Una crisi sanitaria senza precedenti, sottolineata dal rifiuto, da parte del governo, di aprire un canale umanitario.
Per quale motivo Maduro non accetta l'aiuto? Prima di tutto perché sarebbe come accetare la sconfitta e dichiararsi in emegenza e, in secondo luogo, chi è distrutto, indebolito, impegnato nella ricerca di cibo, non il tempo e le forze per protestare.
Si spera ancora in una soluzione democratica ed è notizia recentissima che oggi, il segretario dell'Organizzazione degli Stati Americani "OEA", Luis Almagro, ha attivato la Carta Democrática Interamericana
para Venezuela, dal momento che ci sono gli elementi sufficienti a testimonianza che il paese è vittima di una dittatura e non di una democrazia e che potrebbe instaurarsi una situazione di illegittimità se non si corre subito ai rimedi.
Nei prossimi giorni un gruppo di deputati del Parlamento venezuelano, il cui Presidente è Henry Ramos Allup, consegnerà al CNE (l'organismo che gestisce le elezioni ed è asservito al regime) il programma per la revocazione del presidente.