Pubblico una lettera che mi ha toccato il cuore perché di casi come quello descritto ne è pieno il mondo. Qual è il confine tra l’essere un buon genitore e un dittatore? E’ difficile accettare che una madre si comporti in questa maniera, perché si pensa sempre alla mamma dolce chioccia o, per citare un luogo comune, ‘l’angelo del focolare’. Per fortuna il più delle volte le mamme sono dolci e comprensive, ma succede che a volte, per il desiderio di dimostrare al mondo di essere perfette, riescano ad arrivare a distruggere la vita di un figlio. Mi torna in mente quel film intitolato ‘Mamma carissima’, in cui una madre, severa al punto di mostrarsi pazza e inconcludente, per anni aveva vessato la figlia che, una volta adulta, ha vissuto la morte della genitrice come una liberazione.
Esistono padri padroni e autoritari ma il nostro sistema è abituato a sopportare la figura del padre orco malgrado spesso vi siano esempi in cui il padre è dolce come un agnellino.
Cara Arianna non so cosa posso dirti, non credo nemmeno di sentirmela di consigliarti di rivolgerti agli assistenti sociali o alle maestre della piccola. So che per te e tuo marito sarà molto doloroso vivere questo. Hai mai sentito parlare della ‘sindrome di Stoccolma’?
Voglio sottoporre la tua lettera all’attenzione dei lettori di questo blog e, se qualcuno vorrà, ne pubblicherò il commento. Chissà che non si riesca in qualcosa di buono.
Vi abbraccio.
Cosmo
Lettera di Arianna:
Caro Cosmo, ho letto il tuo libro e mi sono commossa per il capitolo ‘Siomara volerà’, pare proprio la storia che sto per raccontarti. Una storia reale, vissuta in prima persona, che sia a me che a mio marito sta facendoci perdere il sonno. Cosa ne pensi? Credi che dovrei immischiarmi?
Queste sono le manie di una persona che ho avuto modo di conoscere bene e che ancora oggi, a distanza di anni mi chiedo come possano esistere individui di questo genere. Tutti abbiamo i nostri difetti ma, secondo me, una madre che meriti essere chiamata con questo nome non dovrebbe vessare i propri figli come fa Alberta nei confronti di sua figlia Roberta. Premetto che il marito della signora in questione è stato, da sempre, parente e amico di mio marito. Soci in affari e per loro scelta hanno acquistato due appartamenti adiacenti.
Alberta un giorno lasciò sua figlia a casa mia per andare a fare delle commissioni, cosa che succedeva di rado veramente. Ad un certo punto la tenere ospite di sei anni si fece la cacca addosso . Sapevo che la madre avrebbe avuto da ridire ma non potevo lasciarla così. Chiesi a mia figlia, già tredicenne, di portarla in bagno e di aiutarla a lavarsi. Alla fine, aveva tutto sporco, anche le calze e io mi preoccupai per questo. Presi da un cassetto delle mutandine nuove e un paio di calzini da farle indossare dopo averla lavata. Quando tornò lei si arrabbiò moltissimo con mia figlia e le disse che non eravamo noi le madri e cose del genere. Si arrabbiò veramente. Terrorizzò talmente tanto sua figlia che, mesi dopo, lasciata di nuovo la bambina con noi, si fece nuovamente la cacca addosso, la piccola non disse niente, questa volta la cacca era dura e, quando sentì la madre che saliva le scale uscì sulle scale piangendo e urlando: “Non voglio che mi cambino, non voglio”.
Povera creatura chissà cosa aveva subito la volta precedente per reagire così. Veramente crudele questa donna, nei riguardi della figlia e anche offensiva nei nostri confronti.
Roberta non ha il permesso di portare con sé un giocattolo quando viene a casa mia. Come se qualcuno potesse rubaglieli o farne chissà cosa. Non solo sta privando la bambina di qualcosa di bello come il libero gioco, ma sta creandone una persona estremamente egoista e possessiva, proprio come lo è lei.
Dice sempre di non poter portare i giocattoli da noi. E se qualche volta, vedendola con le lacrime agli occhi le si chiede se c’è qualcosa che non va, la piccola risponde: ‘sono cose private’, ovviamente plagiata dalle parole dell’austera madre.
Una o due volte è successo che la bimba portasse una bambola, la Bratz per giocare insieme a mia figlia, ognuna aveva la sua bambola. La signora pensava che le bambole fossero uguali e cosa fece? Appose dei puntini con pennarello indelebile per riconoscere la bambola di sua figlia.
Ci siamo accorti come tentasse di mettere in cattiva luce mia figlia agli occhi dell’ingenuo marito, che, a detta del mio di marito, si beve le cose che lei dice: - Jessica è un cattivo esempio, Jessica le fa fare le cose pericolose e via discorrendo-
Guai se le due bambine vanno in bagno insieme a fare la pipì, vietato giocare alle mamme, proibito essere innocenti. Quando una volta la piccola terrorizzata dalle minacce ha pianto a casa mia mi sono molto intenerita e con molta cautela l’ho raccontato a mio marito il quale, con altrettanta delicatezza ha cercato di sensibilizzare il padre di Roberta che, per tutta risposta ha detto che non le piaceva che sua figlia andasse a sfogarsi a casa degli altri. Eppure questa creatura è affezionata a mia figlia e chiede sempre di stare con lei, la madre fa di tutto affinché non succeda.
Intanto Jessica è bravissima a scuola perché non ha dovuto subire la scuola come una punizione, come invece succede per Roberta . La signora vuole che sua figlia sia perfetta e per questa ragione le ha cancellato l’infanzia.
Mio marito, che per anni è stato l’amico del cuore del suo e della famiglia di origine, sostiene che il suo programma era quello di distruggere l’amicizia tra di loro, e c’è riuscita. Tanto per lei l’amicizia e la parentela non hanno alcun valore. Nella sua famiglia non esistono legami di questo tipo, a cominciare da sua mamma, per continuare con le sue sorelle, per non parlare nemmeno il rapporto con i fratelli che non sente e non vede mai pur vivendo nella stessa città. Pur essendo parenti il nostro rapporto è come quello di vicini di casa che si salutano solo per le scale.
E’ riuscita a rovinare l’amicizia di due ragazzi che sono cresciuti insieme e, per chissà quali complessi e ferite d’infanzia che, se da un lato possono farmi provare compassione, dall’altro mi rendo conto che non devono assolutamente andare a soffocare la vita di una bambina, sta distruggende un’innocente pur comportandosi da madre perfetta. Ma è questa la perfezione?
Molte volte ho pensato di chiamare un assistente sociale ma poi ho paura di quello che potrebbe accadere a questa innocente. Ma è possibile che le maestre, vedendo anche lo scarso rendimento della bambina non si accorgano del problema? E’ possibile che un pediatra non si sia chiesto come mai all’età di otto anni succede ancora che faccia la pipì a letto? Tutto questo avviene in provincia di Torino e la madre strega proviene da una famiglia disagiata, ma questa è un’altra storia. Credo che in fondo sia matta, oltre che crudele.
Scusami se mi sono dilungata Cosmo.
Un abbraccio
Arianna Lengo
Caro Cosmo, ho letto il tuo libro e mi sono commossa per il capitolo ‘Siomara volerà’, pare proprio la storia che sto per raccontarti. Una storia reale, vissuta in prima persona, che sia a me che a mio marito sta facendoci perdere il sonno. Cosa ne pensi? Credi che dovrei immischiarmi?
Queste sono le manie di una persona che ho avuto modo di conoscere bene e che ancora oggi, a distanza di anni mi chiedo come possano esistere individui di questo genere. Tutti abbiamo i nostri difetti ma, secondo me, una madre che meriti essere chiamata con questo nome non dovrebbe vessare i propri figli come fa Alberta nei confronti di sua figlia Roberta. Premetto che il marito della signora in questione è stato, da sempre, parente e amico di mio marito. Soci in affari e per loro scelta hanno acquistato due appartamenti adiacenti.
Alberta un giorno lasciò sua figlia a casa mia per andare a fare delle commissioni, cosa che succedeva di rado veramente. Ad un certo punto la tenere ospite di sei anni si fece la cacca addosso . Sapevo che la madre avrebbe avuto da ridire ma non potevo lasciarla così. Chiesi a mia figlia, già tredicenne, di portarla in bagno e di aiutarla a lavarsi. Alla fine, aveva tutto sporco, anche le calze e io mi preoccupai per questo. Presi da un cassetto delle mutandine nuove e un paio di calzini da farle indossare dopo averla lavata. Quando tornò lei si arrabbiò moltissimo con mia figlia e le disse che non eravamo noi le madri e cose del genere. Si arrabbiò veramente. Terrorizzò talmente tanto sua figlia che, mesi dopo, lasciata di nuovo la bambina con noi, si fece nuovamente la cacca addosso, la piccola non disse niente, questa volta la cacca era dura e, quando sentì la madre che saliva le scale uscì sulle scale piangendo e urlando: “Non voglio che mi cambino, non voglio”.
Povera creatura chissà cosa aveva subito la volta precedente per reagire così. Veramente crudele questa donna, nei riguardi della figlia e anche offensiva nei nostri confronti.
Roberta non ha il permesso di portare con sé un giocattolo quando viene a casa mia. Come se qualcuno potesse rubaglieli o farne chissà cosa. Non solo sta privando la bambina di qualcosa di bello come il libero gioco, ma sta creandone una persona estremamente egoista e possessiva, proprio come lo è lei.
Dice sempre di non poter portare i giocattoli da noi. E se qualche volta, vedendola con le lacrime agli occhi le si chiede se c’è qualcosa che non va, la piccola risponde: ‘sono cose private’, ovviamente plagiata dalle parole dell’austera madre.
Una o due volte è successo che la bimba portasse una bambola, la Bratz per giocare insieme a mia figlia, ognuna aveva la sua bambola. La signora pensava che le bambole fossero uguali e cosa fece? Appose dei puntini con pennarello indelebile per riconoscere la bambola di sua figlia.
Ci siamo accorti come tentasse di mettere in cattiva luce mia figlia agli occhi dell’ingenuo marito, che, a detta del mio di marito, si beve le cose che lei dice: - Jessica è un cattivo esempio, Jessica le fa fare le cose pericolose e via discorrendo-
Guai se le due bambine vanno in bagno insieme a fare la pipì, vietato giocare alle mamme, proibito essere innocenti. Quando una volta la piccola terrorizzata dalle minacce ha pianto a casa mia mi sono molto intenerita e con molta cautela l’ho raccontato a mio marito il quale, con altrettanta delicatezza ha cercato di sensibilizzare il padre di Roberta che, per tutta risposta ha detto che non le piaceva che sua figlia andasse a sfogarsi a casa degli altri. Eppure questa creatura è affezionata a mia figlia e chiede sempre di stare con lei, la madre fa di tutto affinché non succeda.
Intanto Jessica è bravissima a scuola perché non ha dovuto subire la scuola come una punizione, come invece succede per Roberta . La signora vuole che sua figlia sia perfetta e per questa ragione le ha cancellato l’infanzia.
Mio marito, che per anni è stato l’amico del cuore del suo e della famiglia di origine, sostiene che il suo programma era quello di distruggere l’amicizia tra di loro, e c’è riuscita. Tanto per lei l’amicizia e la parentela non hanno alcun valore. Nella sua famiglia non esistono legami di questo tipo, a cominciare da sua mamma, per continuare con le sue sorelle, per non parlare nemmeno il rapporto con i fratelli che non sente e non vede mai pur vivendo nella stessa città. Pur essendo parenti il nostro rapporto è come quello di vicini di casa che si salutano solo per le scale.
E’ riuscita a rovinare l’amicizia di due ragazzi che sono cresciuti insieme e, per chissà quali complessi e ferite d’infanzia che, se da un lato possono farmi provare compassione, dall’altro mi rendo conto che non devono assolutamente andare a soffocare la vita di una bambina, sta distruggende un’innocente pur comportandosi da madre perfetta. Ma è questa la perfezione?
Molte volte ho pensato di chiamare un assistente sociale ma poi ho paura di quello che potrebbe accadere a questa innocente. Ma è possibile che le maestre, vedendo anche lo scarso rendimento della bambina non si accorgano del problema? E’ possibile che un pediatra non si sia chiesto come mai all’età di otto anni succede ancora che faccia la pipì a letto? Tutto questo avviene in provincia di Torino e la madre strega proviene da una famiglia disagiata, ma questa è un’altra storia. Credo che in fondo sia matta, oltre che crudele.
Scusami se mi sono dilungata Cosmo.
Un abbraccio
Arianna Lengo
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