(nella foto Sabina Guzzanti, amica del premio nobel. Nell'imitazione di Oriana)
E’ scomparsa Oriana Fallaci e con lei una penna importante, il coraggio di darsi e di esporsi. Ma il mio pensiero non va solo a lei, va in special modo a quei poveretti che hanno avuto un coraggio ancora più grande, un coraggio meschino e scivoloso come quello dimostrato da Sabina Guzzanti, che, convinta di essere immune dal male, si è presa gioco della malattia di Oriana, rimarcando il fatto che fosse malata e facendone una gag con la complicità del premio Nobel Dario Fo e di sua moglie Franca Rame. Non ci sono parole, ma spero che anche in persone come queste esista un sano senso di vergogna!
...A chi aspettate a battere le mani, è arrivato il Re dei ciarlatani.................
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Hermano venezolano no pienses que en esta tierra exista una persona, por malvada que sea, que pueda decidir la historia y el futuro de un pueblo. No le tengas miedo y el 3 de diciembre pon tu voto con coraje, somos muchos. Vota Rosales.
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Il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha accusato gli Stati Uniti di non aver concesso il permesso di ingresso alla sua delegazione per l’assemblea generale dell’Onu. Cosa che oggi è stata smentita, ovviamente. Anche se lo avesse fatto, quanti di voi accetterebbero in casa un alleato dei vostri nemici terroristi?
Alle ultime elezioni venezuelane gli aventi diritto al voto sono aumentati, dalle penultime, di circa 6 milioni, voti fantasma che solo lui sa da dove li ha pescati.
Il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha accusato gli Stati Uniti di non aver concesso il permesso di ingresso alla sua delegazione per l’assemblea generale dell’Onu. Cosa che oggi è stata smentita, ovviamente. Anche se lo avesse fatto, quanti di voi accetterebbero in casa un alleato dei vostri nemici terroristi?
Alle ultime elezioni venezuelane gli aventi diritto al voto sono aumentati, dalle penultime, di circa 6 milioni, voti fantasma che solo lui sa da dove li ha pescati.
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Chavez si arma fino ai denti grazie a Zapatero, e, intanto, si sventolavano le bandiere della pace.
Si sorrideva ascoltando i racconti italiani, soprattutto quando ci si riuniva per le feste di Natale. Noi ragazzi italo venezuelani di solito sedevamo ad un tavolo separato da quello dove sedevano i genitori italiani purosangue, provenienti da tutte le zone del sud Italia. Sapevamo di appartenere a questo paese che non era stato in grado di dare lavoro a tutti quegli italiani che erano emigrati. Credo che sia umano andare alla ricerca del meglio e di cercare di mettere da parte due soldi per offrire un buon futuro ai figli. Cosa che attualmente in certi paesi non è possibile fare. Negli anni sessanta, malgrado ci si trovasse in un paese in via di sviluppo, molti italiani, rimboccandosi le maniche, riuscivano a realizzare il sogno americano, quello, cioè, di migliorare la propria qualità di vita. Nella maggior parte della famiglie italo venezuelane i figli frequentavano le scuole venezuelane e proprio come i nostri coetanei “criollos” imparavamo ad amare il nome, le gesta e l’immagine di ‘el libertador’ Simòn Bolivar. Una passione che si manifestava ovunque. Sono convinto che per i venezuelani Simòn Bolivar sia quasi più importante del culto religioso. Ancora oggi, malgrado viva ormai in Italia da qualche anno, quando viene pronunciato il suo nome mi emoziono. Morto a soli 47 anni dopo una vita dedicata al popolo, Simòn desiderava unificare i paesi dell’America latina in nome della libertà acquisita scacciando i conquistadores. Certo non poteva sapere della futura rivoluzione industriale . Il sogno di Bolivar era di dar vita alla ‘Gran Colombia’. Non ci riuscì, mai ingannò la gente però. I venezuelani di oggi, stremati dalla povertà e dalla paura, hanno rinunciato a lottare e accettano tutto quello che viene loro propinato da chi si presenta come l’artefice del cambiamento democratico ma che in realtà è un vero burattinaio. Il segnale allarmante è lo sconvolgimento che il governo sta apportando alla storia, stravolgendo addirittura i libri per mettere in bocca di Bolivar le stesse parole che proferisce Chavez giornalmente in ore di estenuanti dirette tv. Gli insegnanti venezuelani vengono sostituiti sempre più spesso da quelli cubani prescelti, per effettuare il lavaggio del cervello cominciando dalla prima infanzia con lo scopo di tirar su una popolazione dipendente e sottomessa. Questo è il processo di scolarizzazione di cui si parla . Guarda caso, improvvisamente, Bolivar e Chavez sono voci provenienti dalla stessa fonte. E’ iniziata la metamorfosi c. Ricordo bene che la nostra vicina Colombia, insieme al Brasile erano considerate ‘Patrias hermanas’, ovvero ‘Nazioni sorelle’, non solo per la vicinanza, ma, soprattutto con la Colombia, anche per le usanze, il folklore, le tradizioni e la storia pressoché uguali. Colombia e Venezuela insieme nella pace e nella libertà, eppure adesso, grazie alle smanie di un golpista guerrafondaio, questi due paesi sono in attrito. In realtà Bogotà è soltanto all’erta da quando si è saputo che Chavez, con l’aiuto della Spagna e di altri, si è armato fino ai denti. Qual è la colpa dei colombiani secondo la mentalità del jefe? Quella di voler liberamente creare lavoro, partecipare a opportunità commerciali con il resto del mondo per una vita migliore e per un avanzamento sociale. Credo sia più che normale desiderare per il proprio paese una serenità economica, fatta di operai, impiegati e datori di lavoro. Ognuno offre il proprio impegno, il proprio ingegno e insieme si cerca di ovviare ai problemi sociali. Forse un po’ ingenuo credere che esista una nazione perfetta ma almeno bisognerebbe provarci. A cosa serve un paese come il Venezuela degli anni duemila in procinto del baratro la cui economia è notevolmente peggiorata e la libertà minata dal plagio continuo che il governo sta infliggendo nella mente e nel cuore della gente? Si dice che bande vicine al governo si stiano accordando con terroristi colombiani per dar vita a qualche disordine alle frontiere in modo che Caracas abbia una buona scusa per poter reagire dando il la ad una guerra contro la Colombia. Un governo del terrore che in nome di una democrazia che ha sepolto per dar vita al più mostruoso e degradante regime che ogni essere umano ha il dovere, ma soprattutto il diritto, di aborrire.
Quanta tristezza per il mio bellissimo paese, che Bolivar portava verso la libertà e che ora, dopo aver insozzato il suo nome, viene privato di qualsiasi dignità.
E’ così che noi figli d’italiani scappiamo da quel paese che promette male, con le lacrime in tasca ci facciamo forti dei nostri cognomi per poter mettere radici a Torino, a Milano, a Roma, città di una nazione che per ora, grazie alla moderazione, gode di libertà e serenità, con lustro e onore di fronte a tutti i paesi europei. Pensiamo con tristezza ai nostri fratelli venezuelani che vogliono fuggire e a quelli che ci sono riusciti, a tutte quelle persone che da libere sono diventate vittime del pensiero dell’attuale presidente. Come disapprovo quelle donne che plagiano i figli affinché odino il padre, così non approvo i dittatori che vogliono plagiare il popolo a proprio piacimento. Non sopporto l’idea che in Venezuela, come a Cuba, le ragazze arriveranno a vendersi per una saponetta.
Cantiamo ancora, in nome della libertà ormai perduta in Venezuela la canzone che tutti conoscono:
‘Viva Venezuela mi Patria querida, quien la libertò mi hermano fue Simon Bolivar’.
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Si sorrideva ascoltando i racconti italiani, soprattutto quando ci si riuniva per le feste di Natale. Noi ragazzi italo venezuelani di solito sedevamo ad un tavolo separato da quello dove sedevano i genitori italiani purosangue, provenienti da tutte le zone del sud Italia. Sapevamo di appartenere a questo paese che non era stato in grado di dare lavoro a tutti quegli italiani che erano emigrati. Credo che sia umano andare alla ricerca del meglio e di cercare di mettere da parte due soldi per offrire un buon futuro ai figli. Cosa che attualmente in certi paesi non è possibile fare. Negli anni sessanta, malgrado ci si trovasse in un paese in via di sviluppo, molti italiani, rimboccandosi le maniche, riuscivano a realizzare il sogno americano, quello, cioè, di migliorare la propria qualità di vita. Nella maggior parte della famiglie italo venezuelane i figli frequentavano le scuole venezuelane e proprio come i nostri coetanei “criollos” imparavamo ad amare il nome, le gesta e l’immagine di ‘el libertador’ Simòn Bolivar. Una passione che si manifestava ovunque. Sono convinto che per i venezuelani Simòn Bolivar sia quasi più importante del culto religioso. Ancora oggi, malgrado viva ormai in Italia da qualche anno, quando viene pronunciato il suo nome mi emoziono. Morto a soli 47 anni dopo una vita dedicata al popolo, Simòn desiderava unificare i paesi dell’America latina in nome della libertà acquisita scacciando i conquistadores. Certo non poteva sapere della futura rivoluzione industriale . Il sogno di Bolivar era di dar vita alla ‘Gran Colombia’. Non ci riuscì, mai ingannò la gente però. I venezuelani di oggi, stremati dalla povertà e dalla paura, hanno rinunciato a lottare e accettano tutto quello che viene loro propinato da chi si presenta come l’artefice del cambiamento democratico ma che in realtà è un vero burattinaio. Il segnale allarmante è lo sconvolgimento che il governo sta apportando alla storia, stravolgendo addirittura i libri per mettere in bocca di Bolivar le stesse parole che proferisce Chavez giornalmente in ore di estenuanti dirette tv. Gli insegnanti venezuelani vengono sostituiti sempre più spesso da quelli cubani prescelti, per effettuare il lavaggio del cervello cominciando dalla prima infanzia con lo scopo di tirar su una popolazione dipendente e sottomessa. Questo è il processo di scolarizzazione di cui si parla . Guarda caso, improvvisamente, Bolivar e Chavez sono voci provenienti dalla stessa fonte. E’ iniziata la metamorfosi c. Ricordo bene che la nostra vicina Colombia, insieme al Brasile erano considerate ‘Patrias hermanas’, ovvero ‘Nazioni sorelle’, non solo per la vicinanza, ma, soprattutto con la Colombia, anche per le usanze, il folklore, le tradizioni e la storia pressoché uguali. Colombia e Venezuela insieme nella pace e nella libertà, eppure adesso, grazie alle smanie di un golpista guerrafondaio, questi due paesi sono in attrito. In realtà Bogotà è soltanto all’erta da quando si è saputo che Chavez, con l’aiuto della Spagna e di altri, si è armato fino ai denti. Qual è la colpa dei colombiani secondo la mentalità del jefe? Quella di voler liberamente creare lavoro, partecipare a opportunità commerciali con il resto del mondo per una vita migliore e per un avanzamento sociale. Credo sia più che normale desiderare per il proprio paese una serenità economica, fatta di operai, impiegati e datori di lavoro. Ognuno offre il proprio impegno, il proprio ingegno e insieme si cerca di ovviare ai problemi sociali. Forse un po’ ingenuo credere che esista una nazione perfetta ma almeno bisognerebbe provarci. A cosa serve un paese come il Venezuela degli anni duemila in procinto del baratro la cui economia è notevolmente peggiorata e la libertà minata dal plagio continuo che il governo sta infliggendo nella mente e nel cuore della gente? Si dice che bande vicine al governo si stiano accordando con terroristi colombiani per dar vita a qualche disordine alle frontiere in modo che Caracas abbia una buona scusa per poter reagire dando il la ad una guerra contro la Colombia. Un governo del terrore che in nome di una democrazia che ha sepolto per dar vita al più mostruoso e degradante regime che ogni essere umano ha il dovere, ma soprattutto il diritto, di aborrire.
Quanta tristezza per il mio bellissimo paese, che Bolivar portava verso la libertà e che ora, dopo aver insozzato il suo nome, viene privato di qualsiasi dignità.
E’ così che noi figli d’italiani scappiamo da quel paese che promette male, con le lacrime in tasca ci facciamo forti dei nostri cognomi per poter mettere radici a Torino, a Milano, a Roma, città di una nazione che per ora, grazie alla moderazione, gode di libertà e serenità, con lustro e onore di fronte a tutti i paesi europei. Pensiamo con tristezza ai nostri fratelli venezuelani che vogliono fuggire e a quelli che ci sono riusciti, a tutte quelle persone che da libere sono diventate vittime del pensiero dell’attuale presidente. Come disapprovo quelle donne che plagiano i figli affinché odino il padre, così non approvo i dittatori che vogliono plagiare il popolo a proprio piacimento. Non sopporto l’idea che in Venezuela, come a Cuba, le ragazze arriveranno a vendersi per una saponetta.
Cantiamo ancora, in nome della libertà ormai perduta in Venezuela la canzone che tutti conoscono:
‘Viva Venezuela mi Patria querida, quien la libertò mi hermano fue Simon Bolivar’.
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Los videos de Chavez, no te los pierdas
http://video.google.it/videoplay?docid=-6694746713512546100&q=venezuela
Amenaza mundial
http://video.google.it/videoplay?docid=4460630289395500785&q=chavez
Amenaza mundial
http://video.google.it/videoplay?docid=4460630289395500785&q=chavez
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Mensaje de dos venezolanos que le tienen miedo:
no puedo opinar de este señor presidente,solo que se que el criterio no es del perfectamente todo bueno, por que si no puede notar, la verdad de su alrededor, y las lagrimas a votar, no vale la pena seguir en el caso, yo solo soy un joven pero como dicen soy parte del pueblo, y tienen que ver la verdad, no se puede seguir y necesitamos el cambio para mejorar
venezuela necesita un cambio ya dicen que nuestro presidente es bueno no le veo???donde esta el dinero de nuestro petroleo? en pocas manos todo es corrupcion y al pueblo las migajas,en un pais donde podemos vivir como ricos,no nos podemos quedar cruzados de manos tenemos que unirnos todos y salir de este regimen represivo dicen no es represivo pero represion es obligar a alguien a simpatizar con una idea que no gustan y eso lo hace el gobierno de chavez investigando a todo el mundo para ver si estan con el y si no estas con el betado estas de todas las instituciones gubernamentales de este pais,eso es democracia? a donde vamos señores abramos los ojos y luchemos por una vida mejor por nuestros familiares amigos ect a luchar votando en contra el regimen....
3 comentarios:
L'assemblea dei terroristi
L'Avana, 17 set. (Ap) - Alcuni capi di Stato che hanno partecipato al vertice dei Paesi non allineati, svolto nel fine settimana a L'Avana, hanno colto l'occasione per rendere una visita al presidente cubano Fidel Castro, da settimane in convalescenza, dopo un'operazione all'intestino. Il Lider maximo, eletto per i prossimi tre anni presidente del movimento dei non allineati, ha ricevuto il presidente venezuelano Hugo Chavez, quello boliviano, Evo Morales, oltre al capo di Stato iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Lo ha riferito il quotidiano ufficiale "Granma".
elpueblo unido a los terroristas
12:25 P.M., 17 Septiembre 2006
MAIQUETIA, Venezuela, Set 17 (AFP) - El presidente de Irán, Mahmud Ahmadinejad, afirmó a su llegada este domingo a Venezuela que su gobierno tiene "intereses en común" con el presidente de Venezuela Hugo Chávez en su lucha "contra la hegemonía mundial", sin mencionar a Estados Unidos.
Ahmadinejad, quien comparte con Chávez una postura anti-estadounidense en el marco de una controversia por su programa nuclear, saludó "a todos los países libres y libertadores, a todos los revolucionarios que están en contra de la hegemonía mundial. La victoria será de nuestros pueblos", afirmó.
"Tenemos pensamientos en común, intereses en común, tenemos que estar unidos para realizar estos pensamientos, para lograr el objetivo de la justicia y la paz en el mundo", dijo Ahmadinejad en el aeropuerto internacional de Maiquetía, a 20 km de la capital, donde fue recibido por Chávez.
Al iniciar una visita de dos días en la que firmarán acuerdos energéticos, afirmó que "la colaboración y cooperación entre Venezuela e Irán será en beneficio de los pueblos del mundo y contra la injusticia y la opresión".
"Estoy seguro que bajo el liderazgo valiente del presidente Chávez, seguramente logrará todos los objetivos en un tiempo muy breve", dijo el líder iraní.
Chávez dio la bienvenida a Ahmadinejad a quien calificó como "insigne líder de un pueblo heroico y líder de una revolución, hermana de la revolución venezolana".
Afirmó que en "Venezuela se ama a Irán, donde un pueblo heroico comenzó una revolución".
QUE ASCO
Il VEnezuela ama l'Iran? Non è vero, Chavez ama Iran..e basta
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