Pages

septiembre 27, 2006

Pediatri, psicologi, insegnanti

Regole si, ma a giuste dosi

Francesca (nome di fantasia), otto anni, è vittima della maniacale possessività, della gelosia e dei dettami comportamentali della madre che riversa sulla piccola, forse senza rendersene conto, i traumi della propria infanzia e i fantasmi della sua famiglia di origine dove, a suo dire, nessuno si interessava minimamente dell’altro.
A Francesca sono state bandite le spensieratezze dell’infanzia e prestissimo ha dovuto imparare che esistono soltanto regole, le vengono inflitte punizioni psicologiche esagerate e, nei suoi discorsi, si sente che è “già” convinta di perdere.
Alla bambina non è permesso sfogarsi e se incautamente dice ad uno zio o a una cuginetta di aver paura di essere bocciata a scuola, perché così le ha detto la mamma, e per questo le scappa una lacrima, viene duramente ripresa perché ‘non si va a piangere e a cercare conforto in casa degli altri’.
L’elenco delle proibizioni e della finezza con cui sono strutturate è lunghissimo, ma se qualcuno è interessato a conoscerlo può farmene richiesta all’indirizzo di posta elettronica. L’impossibilità a comportarsi con spontaneità con gli altri è fortissima.
La gestione e la cura della figlia è praticamente monogenitoriale nelle mani della madre perché il padre è fuori per lavoro praticamente dalla mattina alla sera e spesso in viaggio. Si accontenta di superficiali giustificazioni che inducono a pensare che la piccola sia soltanto un po’ pigra e difficile.
Convinto anche che non avrebbe nessun ascendente sulla figlia. Come lo struzzo mette la testa nella sabbia e non accetta questa versione dei fatti.

La bambina è sofferente ma completamente dipendente dalla madre al punto di arrivare a pensare che sia quasi affetta da una lievissima forma di ‘sindrome di stoccolma’.
Alcuni effetti di questa situazione tra quelli passati e quelli presenti sono:
- pipì a letto sino a poco tempo fa –
- terrore di soffrire durante l’evacuazione –
- scarsi risultati scolastici e svogliatezza –
- attuale inappetenza e digiuno col pericolo di sconfinamento in depressione infantile anoressia

Chi sarà in grado di aprire gli occhi a questo padre? Chi insegnerà a dosare il proprio amore a questa madre dittatrice? Come si può salvare questa bambina dal regime in cui vive?
Quando i genitori l’hanno portata al pronto soccorso ,perché non mangiava da una settimana, i medici hanno detto che in caso perdurasse la nausea e l'inappetenza la bimba avrà bisogno di visite neurologiche. Come mai nessuno ancora si è reso conto che anche la mamma ha bisogno di una visita psicologica?
Cosa ne pensate?
Cosmo de La Fuente

6 comentarios:

  1. Anónimo9:09 a.m.

    Questo tipo di genitori andrebbe monitorati . Le manie non fanno bene ai bambini.
    Ma dove sono le maestre di questa bambina? E' possibile che non si accorgano della sofferenza della sua sofferenza?
    Annamaria Mazzarella

    ResponderBorrar
  2. Anónimo1:34 p.m.

    La bambina ha bisogno di confrontarsi con altri bambini e soprattutto di sentirsi come gli altri bambini.
    Chi ha veramente bisogno di un aiuto psicologico è la madre.
    L'ideale sarebbe che stesse un po' a contatto con la famiglia della bambina (sua parente) con cui pare abbia un bel rapporto.
    Mario Zito (medico)

    ResponderBorrar
  3. Anónimo1:38 p.m.

    E' difficile intromettersi ma è indispensabile in questo caso. Bisogna che si dia una mano a questa madre che, forse per troppo amore, forse per egosimo o maniacale perfezionismo, sta veramente nuocendo la piccola.
    Ada

    ResponderBorrar
  4. Anónimo10:32 p.m.

    Chi l'ha detto che l'amore non porta danno? Se il padre non si rende conto bisogna che qualcuno gli apra gli occhi.

    ResponderBorrar
  5. Gli psicologi sono i primi in prima linea a difendere l'affido esclusivo.

    ResponderBorrar
  6. Anónimo1:30 a.m.

    Gli psicologi dovranno riconoscere che questa madre ha dei problemi e per prima va aiutata ad amare nel modo giusto sua figlia.

    ResponderBorrar