1977-2007 Trent’anni da ricordare.
Quest’anno saranno trent’anni che ci conosciamo, una vita. Un periodo importante che, nonostante l’induzione a dimenticare da parte di forze esterne, è rimasto vitale sotto le ceneri, non ce l’ha fatta a morire completamente. Una vita piena di avvenimenti belli e brutti.
Un legame, un vincolo ‘più che fraterno’ che non ha voluto dissolversi, perché vero, forte, senza condizioni, senza pretese.
Si dice che i genitori ‘veri’ siano quelli che crescono i figli e non quelli che li fanno, nello stesso modo penso che avvenga quando l’affetto ti avvicina a qualcuno, senza forma, senza banalità, ma solo con lo slancio che parte da dentro. Uno slancio tenace, nonostante appaia invisibile.
Difficilmente tornerò a ripetere queste parole, sappi, però, che non sei solo e non perché ti sei lasciato andare, ingenuamente e inconsciamente, ad una subdola sopraffazione, non sei solo perché, nonostante tutto, c’è qualcuno che inevitabilmente ha a cuore il tuo benessere. Se lo sento io devi, per forza, avvertirlo anche tu.
Non tornerò a parlarti così, spero, però, che quest’ultimo debole e sentito messaggio rimanga indelebile, non posso non farlo oggi dopo trent’anni, perché, se la morte arrivasse all’improvviso, o la vita ci allontanasse fisicamente per qualche strano e preteso motivo, non voglio che rimanga impronunciato.
Trent’anni che possiamo rivisitare dentro di noi, ripensare, dal primo giorno all’ultimo, rendendoci conto che non sono sempre i vincoli parentali ad essere ‘unici’, a volte sono più forti quelli istintivi, che non muoiono mai. Come un libro dalle pagine del quale è possibile attingere serenità, per sempre.
Né ignoranza né egoismo potranno mai cancellare definitivamente la parte buona di tutto ciò. E’ una vittoria certamente, almeno per altri trent’anni.
Quest’anno saranno trent’anni che ci conosciamo, una vita. Un periodo importante che, nonostante l’induzione a dimenticare da parte di forze esterne, è rimasto vitale sotto le ceneri, non ce l’ha fatta a morire completamente. Una vita piena di avvenimenti belli e brutti.
Un legame, un vincolo ‘più che fraterno’ che non ha voluto dissolversi, perché vero, forte, senza condizioni, senza pretese.
Si dice che i genitori ‘veri’ siano quelli che crescono i figli e non quelli che li fanno, nello stesso modo penso che avvenga quando l’affetto ti avvicina a qualcuno, senza forma, senza banalità, ma solo con lo slancio che parte da dentro. Uno slancio tenace, nonostante appaia invisibile.
Difficilmente tornerò a ripetere queste parole, sappi, però, che non sei solo e non perché ti sei lasciato andare, ingenuamente e inconsciamente, ad una subdola sopraffazione, non sei solo perché, nonostante tutto, c’è qualcuno che inevitabilmente ha a cuore il tuo benessere. Se lo sento io devi, per forza, avvertirlo anche tu.
Non tornerò a parlarti così, spero, però, che quest’ultimo debole e sentito messaggio rimanga indelebile, non posso non farlo oggi dopo trent’anni, perché, se la morte arrivasse all’improvviso, o la vita ci allontanasse fisicamente per qualche strano e preteso motivo, non voglio che rimanga impronunciato.
Trent’anni che possiamo rivisitare dentro di noi, ripensare, dal primo giorno all’ultimo, rendendoci conto che non sono sempre i vincoli parentali ad essere ‘unici’, a volte sono più forti quelli istintivi, che non muoiono mai. Come un libro dalle pagine del quale è possibile attingere serenità, per sempre.
Né ignoranza né egoismo potranno mai cancellare definitivamente la parte buona di tutto ciò. E’ una vittoria certamente, almeno per altri trent’anni.
Pietro Salvi per Media Contact.it
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