Da buon dittatore decide chi sarà suo genero
CdF
da IL GIORNALE
«Signori, vi presento il compagno di mia figlia e nipote di Salvador Allende». La telecamera si gira e inquadra Pedro: «El compañero». Faccia pulita e baffetti, atteggiamento dimesso guarda il suocero con occhio temerario. I riflettori sono tutti per lui mentre lo chiama «Presidente Martire». Pablo è perfetto. L’esame è andato benissimo. Pablo sarà il futuro. Promettente medico di origine cilena, catalogato come il «più rosso» della famiglia Allende, nipote del presidente Salvador Allende. Pablo Sepulveda Allende ha tutti i requisiti per un esemplare genero rivoluzionario.
Nato in Messico, si è laureato in medicina a Cuba. Curriculum esemplare. Per la ricetta rivoluzionaria mancava solo la benedizione a Caracas di un suocero come Chavez. Il pubblico certo non se lo aspettava. Ad Alò Presidente Chavez si è sempre presentato per parlare di questioni politiche, progetti e rivolte secondo spirito bolivariano. Invece domenica scorsa negli occhi del leader c’era una luce nuova. La sua fierezza era tutta per Pablito. Baci e abbracci: orgoglio e consenso.
Così, anche questa volta la figlia preferita non lo ha deluso. Lei, Maria Gabriela, la secondogenita di 29 anni, lo ha sempre seguito in veste di «primera dama» alle cerimonie. Maria, anche in questo caso ha dimostrato la fedeltà al leader. Tra i due fidanzati è stato amore a prima vista. Si sono conosciuti a Caracas l’11 novembre scorso per un’occasione ufficiale. Lei era a fianco del padre a distribuire borse di studio «Salvador Allende» ai più meritevoli, lui a officiare la cerimonia. È stato un attimo. Anzi, i giornali giurano che c’è lo zampino di Chavez dietro al fidanzamento. L’invito al giovane Sepulveda per Caracas, durante le elezioni dello scorso 23 novembre, lo avrebbe firmato lui in persona. Alla festa della campagna politica c’era anche Maria. Da quel giorno i due, anzi i tre, non hanno perso tempo. Pablo abiterebbe già a La Casona, residenza del presidente.
E non solo, il giovane medico lavora al centro diagnostico di Chuai, inaugurato, neanche farlo apposta, da Chavez. Il dittatore venezuelano ha così acquistato, con un matrimonio, un simbolo da spendere in tutto il Sud America. Allende il martire, il leader socialista che ha perso la vita davanti alle truppe di Pinochet, l’uomo della democrazia contra la dittatura. È l’ultima grande operazione di marketing di un regime che si ispira a Castro e alla revolucion. E tutto questo, come accadeva tra i regnanti dell’Ottocento, viene mascherato con il romanticismo dell’amore. Chavez mette a frutto anche i baci della figlia.
«Signori, vi presento il compagno di mia figlia e nipote di Salvador Allende». La telecamera si gira e inquadra Pedro: «El compañero». Faccia pulita e baffetti, atteggiamento dimesso guarda il suocero con occhio temerario. I riflettori sono tutti per lui mentre lo chiama «Presidente Martire». Pablo è perfetto. L’esame è andato benissimo. Pablo sarà il futuro. Promettente medico di origine cilena, catalogato come il «più rosso» della famiglia Allende, nipote del presidente Salvador Allende. Pablo Sepulveda Allende ha tutti i requisiti per un esemplare genero rivoluzionario.
Nato in Messico, si è laureato in medicina a Cuba. Curriculum esemplare. Per la ricetta rivoluzionaria mancava solo la benedizione a Caracas di un suocero come Chavez. Il pubblico certo non se lo aspettava. Ad Alò Presidente Chavez si è sempre presentato per parlare di questioni politiche, progetti e rivolte secondo spirito bolivariano. Invece domenica scorsa negli occhi del leader c’era una luce nuova. La sua fierezza era tutta per Pablito. Baci e abbracci: orgoglio e consenso.
Così, anche questa volta la figlia preferita non lo ha deluso. Lei, Maria Gabriela, la secondogenita di 29 anni, lo ha sempre seguito in veste di «primera dama» alle cerimonie. Maria, anche in questo caso ha dimostrato la fedeltà al leader. Tra i due fidanzati è stato amore a prima vista. Si sono conosciuti a Caracas l’11 novembre scorso per un’occasione ufficiale. Lei era a fianco del padre a distribuire borse di studio «Salvador Allende» ai più meritevoli, lui a officiare la cerimonia. È stato un attimo. Anzi, i giornali giurano che c’è lo zampino di Chavez dietro al fidanzamento. L’invito al giovane Sepulveda per Caracas, durante le elezioni dello scorso 23 novembre, lo avrebbe firmato lui in persona. Alla festa della campagna politica c’era anche Maria. Da quel giorno i due, anzi i tre, non hanno perso tempo. Pablo abiterebbe già a La Casona, residenza del presidente.
E non solo, il giovane medico lavora al centro diagnostico di Chuai, inaugurato, neanche farlo apposta, da Chavez. Il dittatore venezuelano ha così acquistato, con un matrimonio, un simbolo da spendere in tutto il Sud America. Allende il martire, il leader socialista che ha perso la vita davanti alle truppe di Pinochet, l’uomo della democrazia contra la dittatura. È l’ultima grande operazione di marketing di un regime che si ispira a Castro e alla revolucion. E tutto questo, come accadeva tra i regnanti dell’Ottocento, viene mascherato con il romanticismo dell’amore. Chavez mette a frutto anche i baci della figlia.
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