Roma, 26 giu. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il desiderio irrefrenabile di apparire un eterno ragazzo, l'indiscusso Peter Pan della musica pop. Ad uccidere Michael Jackson, stroncato da un infarto all'eta' di 50 anni, anche la sua dipendenza dalla chirurgia plastica: un ricorso continuo ai ritocchi che ne ha completamente modificato la fisionomia, fino a mutarne addirittura il colore della pelle. "Sottoporsi continuamente ad interventi, varcare ripetutamente le porte della sala operatoria - conferma all'ADNKRONOS SALUTE Antonio Rebuzzi, docente di cardiologia all'universita' Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma - finisce infatti, complici le molteplici anestesie, per danneggiare il cuore".
Anche perche' "un intervento di chirurgia plastica e' un'operazione a tutti gli effetti, che a volte puo' produrre anche conseguenze gravi, ad esempio dando luogo ad embolia polmonare". Nel caso del re del pop, poi, i ritocchi erano da anni sistematici, "ed e' facile che il cuore ne abbia risentito". Provato, probabilmente, anche dal continuo ricorso ai farmaci: Jacko, a detta di chi gli stava accanto, sembrava averne sviluppato una vera e propria dipendenza.
Tra i medicinali che sembrava consumare a man bassa, gli antinfiammatori con cui metteva a tacere i dolori che lo affliggevano, soprattutto il mal di schiena degli ultimi tempi. "Ed e' noto - sottolinea Rebuzzi - che alcuni di questi farmaci inducono un aumento della pressione arteriosa", un nemico giurato del cuore.
Anche perche' "un intervento di chirurgia plastica e' un'operazione a tutti gli effetti, che a volte puo' produrre anche conseguenze gravi, ad esempio dando luogo ad embolia polmonare". Nel caso del re del pop, poi, i ritocchi erano da anni sistematici, "ed e' facile che il cuore ne abbia risentito". Provato, probabilmente, anche dal continuo ricorso ai farmaci: Jacko, a detta di chi gli stava accanto, sembrava averne sviluppato una vera e propria dipendenza.
Tra i medicinali che sembrava consumare a man bassa, gli antinfiammatori con cui metteva a tacere i dolori che lo affliggevano, soprattutto il mal di schiena degli ultimi tempi. "Ed e' noto - sottolinea Rebuzzi - che alcuni di questi farmaci inducono un aumento della pressione arteriosa", un nemico giurato del cuore.
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