Varato il Banco Bicentenario, istituto di credito nazionale formato dalla già statale Banfoandes e tre delle banche sottratte alla speculazione privata.
Nella marcia di riordino del sistema bancario venezuelano, Caracas ha inaugurato ieri la nascita del Banco Bicentenario, l’istituto di credito nato dalla fusione di Banfoandes e tre banche messe sotto amministrazione controllata lo scorso mese.
A fine novembre infatti, dopo una forte fuga di capitali, le autorità venezuelane avevano deciso di intervenire su sette istituti di credito privati tra i quali Confederado, Canarias, Banpro Vivienda e Bolívar Banco, tutti dell’imprenditore Ricardo Fernández, ora agli arresti. Canarias e BanproVivienda sono andate incontro a chiusura e liquidazione.
Confederado e Bolívar Banco, più Banca Central, hanno costituito, assieme alla già statale Banfoandes, la nuova istituzione bancaria nazionale nata con l’obiettivo di fortificare il sistema finanziario pubblico del Venezuela.
Da quando le autorità venezuelane hanno deciso di intervenire sugli istituti di credito privati rei di frodi e irregolarità nelle attività finanziarie e nell’amministrazione dei fondi, il settore finanziario è stato travolto da un vero e proprio terremoto. In totale otto banchieri sono stati messi in carcere, mentre numerosi amministratori degli istituti posti sotto tutela statale hanno avuto l’ordine di non lasciare il Paese.
Il 7 dicembre una corte ha ordinato l’arresto di 27 amministratori di banca per accuse di corruzione. Nello stesso giorno il presidente Hugo Chávez assicurava che il futuro Banco Bicentenario sarebbe nato come un’entità molto solida volta a dare impulso allo sviluppo socio-produttivo della nazione, assieme al recentemente recuperato Banco de Venezuela. Nell’ambito delle inchieste sul settore creditizio privato, l’11 dicembre è stato poi incriminato l’ex presidente de la Comisión Nacional de Valores, Antonio Márquez.
All’esplosione del caso, il presidente Hugo Chávez – che senza mezzi termini ha minacciato di nazionalizzare gli istituti bancari che rifiutano il prestito ai poveri o che non aiutano sufficientemente lo sviluppo di Venezuela – aveva garantito ai correntisti delle banche liquidate il recupero dei loro depositi fino a 10.000 bolívares (4.651 dollari) per mezzo dei Fondo di garanzia dei depositi (Fogade), procedimento iniziato già qualche settimana fa attraverso lo statale Banco de Venezuela.
Il 16 dicembre scorso il governo venezuelano ha restituito 228 millioni di bolívares (106 milioni di dollari) a 141.981 risparmiatori delle banche incriminate e in quell’occasione il presidente Chávez ha lodato la modifica della Ley de Bancos, realizzata il giorno prima dal Parlamento, che stabilisce l’incremento della garanzia a tutela dei risparmiatori dai 10 mila bolívares inizialmente previsti a 30 mila bolívares (quasi 14 mila dollari) e l’aumento, dallo 0,5 al 1,5%, dei fondi che le banche devono cedere al Fogade.
Il neonato Banco Bicentenario, già ora il quarto istituto di credito del Paese per i suoi attivi e il quinto per l’entità dei depositi, sarà un modello di “banca socialista”. Lo si può leggere nel sito della banca, www.bicentenariobu.com, nel quale si afferma che “Bicentenario, Banco Universal riflette il nuovo modo di ‘fare banca’. Una Banca con sentimento socialista che permetterà ai venezuelani che non hanno accesso ai servizi delle banche tradizionali di identificarsi con una istituzione con un forte senso di responsabilità e inclusione sociale”.
Il presidente della Sudeban (Superintendencia de Bancos y otras Instituciones Financieras), Édgar Hernández Behrens, ha reso noto ieri che il 70% del portafoglio creditizio del Banco Bicentenario verrà destinato al settore produttivo. “Attualmente la banca in generale finanzia al 70% attività commerciali e di consumo (carte di credito e crediti personali); il restante de 30% è destinato a finanziare il settore produttivo. Abbiamo convenuto sulla necessità che la tendenza venga progressivamente invertita”.
Iroshima Bravo, membro de la Corporación de la Banca Pública de Venezuela, ha affermato che “la decisione di creare questa grande istituzione bancaria è determinata dalla volontà (del governo, ndr) di proteggere i risparmi dei venezuelani”.
“Con questa grande banca lo Stato avrà una partecipazione nel sistema finanziario venezuelano di approssimativamente il 25%”, ha aggiunto la deputata venezuelana mettendo in evidenza la forza e la sicurezza che questa nuova istituzione finanziaria darà ai correntisti precisando che, con 5 mila 878 impiegati, 387 filiali in tutto il Paese, 400 casse automatiche e 132 bancomat, “questo grande istituto garantisce che tutti correntisti abbiano accesso ai loro risparmi e la sicurezza che il loro capitale sia sorvegliato dalla nazione venezuelana attraverso il governo e le sue istituzioni”. ( Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=225)
(articolo di Finanza in chiaro. it)
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