enero 31, 2010

Un celebre papà si racconta


Poniamo il caso mi chiami Mario Rossi.
Non mi chiamo Mario Rossi e al giusto momento il mio appoggio ad una corretta gestione delle separazioni fra coniugi meglio si comprenderà. Scrivo, tuttavia, e volentieri su richiesta di Cosmo, il quale da parecchio tempo mostra sensibilità verso l'ancora incredibile situazione concernente gli affidi dei figli dopo divisione fra mariti e mogli.
Accenno brevemente alla mia storia, una fra le tante, più felice di altre e più infelice di altre, ma non mi limito a raccontare dei fatti, che magari un giorno meglio conoscerete. Voglio specialmente urlare una richiesta disperata di giustizia, immediata.
Io ho una bambina, che mi vuole un mondo di bene e a cui voglio un mondo di bene. Io e sua mamma ci siamo separati un po' di tempo fa. Sono passato attraverso le frasi indisponenti del suo avvocato, che bene conosceva la forte tendenza dei giudici italiani ad affidare ad occhi chiusi i figli alle mamme, attraverso la necessità di reinventarmi una vita, attraverso l'impossibilità di vedere mia figlia secondo tutte le modalità previste dal magistrato e attraverso le continue minacce di fare intervenire le Forze dell'Ordine ogniqualvolta fossi in ritardo (di minuti, sia chiaro) nel riconsegnare la bambina alla madre. Sono passato attraverso tutto questo e altro ancora, e ho sofferto come un cane randagio, ma ho tenuto duro più che mai, anche nei momenti che definire difficili è poco. Sono stato sull'orlo del precipizio più d'una volta e mi sono sentito il cuore quasi fuori dal petto, ma mi ripetevo che ce l'avrei fatta. Vi dico, per la verità, che ho avuto qualche colpo di fortuna, ma io non credo alla fortuna, e ho avuto degli amici accanto, e ad essi credo. La fortuna te la devi andare a cercare, perché non bussa alla porta. Con gli amici devi solo essere te stesso; quelli che oltre a supportarti ti sopportano sono tuoi amici, gli altri sono i conoscenti del momento. Non crediate che la fortuna sia stata per me vincere all' enalotto, ma qualcosa come riuscire a mangiare.
Lasciamo ora da parte il personale. Mi rivolgo agli uomini e alle donne che leggono il blog. Qualsiasi sia il vostro ruolo sociale, ricordate, per il bene di tutti, e davvero dei bambini in primis, d'intervenire sempre e per come potete affinché il padre e la madre siano considerati alla pari davanti alla legge. Nello stesso momento in cui uno dei genitori sa di poter fare il bello e il brutto tempo perché agevolato dalla giustizia e ne approfitta, in quello stesso momento, proprio in quello, si compie il male del bambino o dei bambini che sono nati dal matrimonio (o comunque dall'unione di due persone). È inutile, poi, far finta di niente e far credere che il disagio venga provocato in pari misura dall'uomo e dalla donna. Così non è perché, come in molti altri campi di gestione della vita del cittadino, ci ritroviamo a dover fare i conti con la voglia dei più di voler credere alle favole. E non solo: Ci ritroviamo a dover fare i conti con la comodità per altri di agevolare la credenza delle favole, perché è da essa che si traggono i maggiori vantaggi sociali.
Caro Cosmo, il mio intervento penso resterà una goccia in un mare, ma forse anche una goccia è importante, se non a cambiare le cose a far riflettere di più.
Lettori del blog sappiate infine che io, Cosmo e pochi altri, siamo la voce di tantissimi che, purtroppo, non hanno più voce... Riflettete.
Grazie ....
speriamo che tante gocce possano diventare un mare.

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