Con la riunione tecnica convocata oggi negli uffici della presidenza del Consiglio, a palazzo Chigi, ripartono ufficialmente le ricerche dei passeggeri e dell’equipaggio dell’aereo precipitato il 4 gennaio 2008 al largo dell’arcipelago venezuelano delle Los Roques. Dei quattordici dispersi, otto sono italiani: Paolo Durante, Bruna Guernieri e le piccole figlie Emma e Sofia, di Ponzano Veneto, Annalisa Montanari e Rita Calanni Rindina di Bologna e la coppia romana che si era sposata solo una settimana prima dell’incidente, Fabiola Napoli, castellana di Albano e Stefano Frangione di Roma.
L’appuntamento odierno sara centrato sulla relazione dell’ammiraglio Giovanni Vitaloni, distaccato alla Protezione civile e rappresentante dell’Italia agli incontri del 27 e 28 aprile a Caracas con il procuratore venuezelano Morales, il presidente dell’aviazione civile venezuelana (Inac) Josè Luis Martinez e i rappresentanti della società incaricata delle ricerche. Sarà una nave specializzata di proprietà della società statunitense, la C&C Technologies, a battere i fondali nei pressi della barriera corallina dell’arcipelago venezuelano - a circa una, due miglia marittime - per poi spingersi verso ovest, in mare aperto, alla ricerca del maledetto bimotore Transaven LET-410 misteriosamente scomparso nel nulla dopo una probabile avaria ai motori.
Ad oltre due anni da quello che è ancora un presunto inabissamento dell’aereo, nessuna traccia ha permesso, infatti, di riportare alla luce i resti del velivolo e, soprattutto, i corpi degli occupanti. E questo nonostante la battaglia, in Italia e in Venezuela, dei familiari.
Una decina di giorni dopo la scomparsa del velivolo, a quasi quattrocento chilometri dalla zona del presunto inabissamento, il corpo del co-pilota. Oggi, così, arriverà l’ufficializzazione della nuova campagna di ricerca, frutto della collaborazione tra il governo italiano (la Farnesina mette a disposizione uomini e mezzi e contribuisce con oltre due milioni di euro) e il governo venezuelano (che oltre a sborsare 2 milioni e trecento mila dollari, si assume il compito della logistica). Da Roma, oltre all’ammiraglio della marina militare Giovanni Vitalone distaccato alla Protezione civile, partiranno nei prossimi giorni il capitano Lamberto Lamberti, idrografo della Marina, e il comandante Luigi Amitrano, pilota d’aerei della Guardia costiera. L’esperto dei parenti degli italiani scomparsi è invece il comandante Mario Pica, pilota dell’aereonautica civile accreditato ormai da entrambi i governi che, grazie anche alla collaborazione di alcuni colleghi venezuelani, ha indicato dopo un attento studio dei piani di volo dell’aereo le nuove zone da scandagliare. «Speriamo che finalmente le ricerche ci portino i risultati che sogniamo da tanto tempo - dice Debora Napoli, sorella di Fabiola - e, soprattutto che non ci siano ulteriori ritardi».
L’appuntamento odierno sara centrato sulla relazione dell’ammiraglio Giovanni Vitaloni, distaccato alla Protezione civile e rappresentante dell’Italia agli incontri del 27 e 28 aprile a Caracas con il procuratore venuezelano Morales, il presidente dell’aviazione civile venezuelana (Inac) Josè Luis Martinez e i rappresentanti della società incaricata delle ricerche. Sarà una nave specializzata di proprietà della società statunitense, la C&C Technologies, a battere i fondali nei pressi della barriera corallina dell’arcipelago venezuelano - a circa una, due miglia marittime - per poi spingersi verso ovest, in mare aperto, alla ricerca del maledetto bimotore Transaven LET-410 misteriosamente scomparso nel nulla dopo una probabile avaria ai motori.
Ad oltre due anni da quello che è ancora un presunto inabissamento dell’aereo, nessuna traccia ha permesso, infatti, di riportare alla luce i resti del velivolo e, soprattutto, i corpi degli occupanti. E questo nonostante la battaglia, in Italia e in Venezuela, dei familiari.
Una decina di giorni dopo la scomparsa del velivolo, a quasi quattrocento chilometri dalla zona del presunto inabissamento, il corpo del co-pilota. Oggi, così, arriverà l’ufficializzazione della nuova campagna di ricerca, frutto della collaborazione tra il governo italiano (la Farnesina mette a disposizione uomini e mezzi e contribuisce con oltre due milioni di euro) e il governo venezuelano (che oltre a sborsare 2 milioni e trecento mila dollari, si assume il compito della logistica). Da Roma, oltre all’ammiraglio della marina militare Giovanni Vitalone distaccato alla Protezione civile, partiranno nei prossimi giorni il capitano Lamberto Lamberti, idrografo della Marina, e il comandante Luigi Amitrano, pilota d’aerei della Guardia costiera. L’esperto dei parenti degli italiani scomparsi è invece il comandante Mario Pica, pilota dell’aereonautica civile accreditato ormai da entrambi i governi che, grazie anche alla collaborazione di alcuni colleghi venezuelani, ha indicato dopo un attento studio dei piani di volo dell’aereo le nuove zone da scandagliare. «Speriamo che finalmente le ricerche ci portino i risultati che sogniamo da tanto tempo - dice Debora Napoli, sorella di Fabiola - e, soprattutto che non ci siano ulteriori ritardi».
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