octubre 23, 2010

Aereo precipitato a Los Roques. La 'vergogna' italo venezuelana continua. Che fine hanno fatto gli italiani?



Perchè i media italiani non si occupano di questo sconcertante caso in maniera continua come hanno fatto e continuano a fare per l'omicidio di Avetrana? Parliamo di otto italiani, tra cui due bambini, che sono scomparsi nel nulla. Il governo italiano non se ne occupa come dovrebbe e quello venezuelano è, come sappiamo, corrotto fino alle ossa.
CdF (Mediacontact.it) Torino

di ENRICO VALENTINI (IlMessaggero.it)

Alla vigilia dell’avvio ufficiale delle ricerche dell’aereo precipitato il 4 gennaio 2008 al largo dell’arcipelago venezuelano delle Los Roques, altri problemi di natura tecnica rischiano di far slittare ulteriormente l’inizio delle operazioni fissato per domani. L’ammiraglio Giovanni Vitaloni, sovrintendente del governo italiano e il comandante Mario Pica, pilota specializzato in investigazioni subacque, ieri, non sono potuti partire alla volta del Venezuela, rimandando a data da destinarsi il proprio arrivo a Caracas.
Si parla, stando alle notizie che giungono dalla protezione civile italiana, di un ritardo di pochi giorni. Con tutta probabilità, le ricerche delle 14 persone a bordo del bimotore Let-410 della Transeven (tra cui otto turisti italiani, compresi Fabiola Napoli e Stefano Frangione, sposi ad Albano pochi giorni prima della tragedia, i coniugi trevigiani Paolo e Bruno Durante e le due figlie Emma e Sofia e le amiche bolognesi Annalisa Montanari e Rita Calanni Rindina) inizieranno intorno alla fine del mese.
L’ennesima cocente delusione per i familiari dei turisti italiani inabissatisi durante il volo che li stava portando al paradiso turistico venezuelano, tutti in attesa di poter ritrovare i propri cari e togliersi, finalmente, i tanti dubbi generati da misteri e congetture che si sono stratificati in questi anni.
Un attesa angosciante diventata da tempo, così, un’infernale telenovela, dapprima per le difficoltà frapposte dalla burocrazia governativa e diplomatica ma, soprattutto, per il non semplice reperimento delle risorse necessarie a svolgere ricerche apparse quasi subito molto difficoltose.
Da marzo, ovvero da quando si è avuta la certezza dei finanziamenti già stabiliti dal governo italiano e da quello venezuelano, ci si sono messe anche le fatalità (vedi l’esplosione della piattaforma BP in Messico) e la terrificante situazione meteo dovuta al passaggio agostano dell’uragano Earl. L’ultimo countdown per l’inizio delle ricerche, invece, sembra essere stato stoppato proprio in prossimità del 21 ottobre a seguito degli ennesimi problemi tecnici sopravvenuti all’ultima ora. Comunque Vitaloni e Pica sono attesi nella capitale venezuelana già agli inizi della prossima settimana per definire gli ultimi dettagli e i preparativi delle attrezzature imbarcate sulla nave della società statunitense C&C technologies. L’area delle ricerche sembra essere stata confermata tra le due miglia marine al largo dell’arcipelago ad una non meglio precisata distanza in direzione ovest e fino ad una profondità di tremila metri.

fonte: IlMessaggero

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