Sono anni che, insieme a molti di voi, cerco di sensibilizzare certa parte politica che pare non ne voglia proprio sapere. Il diritto di Famiglia non può continuare ad essere in secondo piano perché è una priorità. Non possiamo soltanto parlare di “coppie di fatto” perché interessa a qualche politico, bisogna regolamentare il divorzio in modo che non diventi, mai, un divorzio dai figli.
Il divorzio collaborativo è un’idea nata in America, ma sta interessando alcuni Stati europei. Un accordo, in caso di divorzio, che soddisfi tutti i componenti della famiglia evitando la tristezza del tribunale. Il divorzio collaborativo significa che ci si impegna a collaborare. Chissà se ci sarà mai in Italia, dove c’è sempre un coniuge (solitamente la donna) che prevarica e può, addirittura, inventarsi anche delle accuse infamanti che spesso risultano falsità, senza nemmeno pagarne le conseguenze legali.
In Italia, chi volesse usufruire del divorzio collaborativo, poiché è preceduto generalmente dalla separazione, i coniugi devono farlo al momento della separazione. Si parla dunque di separazione collaborativa…( e te pareva!).
Sottoscrivere una separazione consensuale. L’impegno alla trasparenza è il secondo elemento fondamentale che i coniugi devono accettare prima dell’inizio della procedura. Durante una trattativa tradizionale spesso ciascuno dei coniugi rifiuta di comunicare alcuni dati fondamentali, costringendo quindi l’altro a rivolgersi al giudice proprio per acquisire la prova di questi elementi di fatto. Nella procedura collaborativa, invece, ciascuna delle parti si impegna a fornire subito spontaneamente tutti gli elementi utili all’altra parte.
Ma in un paese come il nostro, dove lo Stato è completamente assente e permette che ci siano persone massacrate ingiustamente da tribunali superficiali e Servizi Sociali completamente assenti, potrà mai esserci una cosa di questo tipo? Non è necessario rispondere.
Quale partito si occuperà di questo?
Cosmo de La Fuente
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