"La frattura tra l'Udc e Silvio Berlusconi - aggiunge il leader centrista - è evidente e irreversibile". Il vero problema di Berlusconi, per Casini, "è che ha governato male: anche per questo è incomprensibile il dialogo con lui".
Poi precisa: "Alfano, tra virgolette, mi piace, anche se dissento con lui su tante cose, a partire da Berlusconi: su di lui la vediamo in maniera antitetica. Ma adesso, rieccolo", il ritorno del Cavaliere. "Per noi è molto diverso un Pdl imperniato su Berlusconi da un Pdl guidato da Alfano. Attenzione, però, dico al Pdl: si può prendere qualche voto in più, ma poi restare emarginati. Fate attenzione".
Quanto alla legge elettorale, Casini è convinto che "si cambierà". "Nessun uomo politico con la testa sul collo - specifica - può pensare di affrontare la prossima campagna elettorale con questa legge. Nessuno sarebbe in grado di fare le liste espropriando gli elettori della possibilità di scelta". Per ora l'intesa con Alfano e Bersani non c'è ancora, ma "c'è la consapevolezza - assicura il leader centrista - che un accordo si troverà".
Parlando di Monti, Casini dice: "non rimarrà disoccupato, perché l'Italia non può fare a meno dei suoi uomini migliori. Io lo ritengo uno degli uomini migliori del Paese - ribadisce il leader centrista - farne a meno sarebbe un errore". E il futuro del Professore? "La vita è bella - risponde - perché è varia. Vedremo".
Soffermandosi sulla situazione in Sicilia, il leader dell'Udc la definisce "catastrofica", la Regione "è diventata una sede dove si fanno solo nomine, un nominificio". E la lettera inviata dal premier "è di grande responsabilità". Poi spiega: "Il governo sta cercando di evitare che la Sicilia vada a fondo, bisogna ringraziare il governo. E' veramente assurdo - aggiunge - che oggi qualcuno abbia il coraggio di appellarsi e strumentalizzare l'autonomismo regionale, per dire che il governo vuole violare l'autonomia della Sicilia".
Interviene anche su Marchionne ritenuto da Casini "un grandissimo manager". Detto ciò, però, "sta cercando di portare Fiat fuori dall'Italia". E che "se ne vada alla chitichella, è una cosa molto negativa". Dunque, "prima di santificarlo bisognerebbe attendere un pochino. Io, da italiano - precisa Casini - non lo santificherei affatto. La Fiat negli anni ha avuto grande attenzione da parte del settore pubblico. E l'attuazione di investimenti in Italia, di cui Marchionne ha parlato più volte, francamente non l'ho vista".
Sarà la paura di sparire dalla faccia della politica italiana? Casini, infatti, è in picchiata. Amen. CdF
No hay comentarios.:
Publicar un comentario