Non so se in una mia precedente vita sarò stato perseguitato perchè ebreo, perchè nero, perchè omosessuale o perchè appartenente a una qualsiasi categoria umana che gli ignoranti decidono di massacrare, ma quando sono di fronte a casi di discriminazione, non posso far a meno di segnalare e di parlarne.
E' di oggi la notizia che una stupidissima professoressa di un liceo romano si è rivolta ad un'allieva di origini ebree dicendo
"Ad Auschwitz saresti stata attenta"
classe in rivolta contro la prof antisemita"
La frase-shock detta a una studentessa ebrea di un liceo della Capitale. La preside apre un'istruttoria. L'insegnante si giustifica: "Volevo indicare un luogo in cui regnava l'ordine, ma non sono razzista"
Una professoressa del genere, che sicuramente non ha mai letto un libro di Primo Levi (almeno), andrebbe licenziata e sbattuta in galera, per quanto mi riguarda. Non si può fare del genocidio un riferimento giusto.
Una vergogna che va sicuramente punita in maniera esemplare. Condannate questa professoressa idiota a leggere i libri della nostra storia molto, troppo vicina.
La discrinazione, anche se linguistica, fa notizia. A seguito del mio studio, per l'Università di Torino, Dipartimento di Lingue e Letterature Moderne della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, con la prof. Marello, è nato un termine "LINGUAPADRE". Fino ad oggi è stato usato in maniera quasi canzonatoria, ma da oggi è diventato un termine tecnico quando lo è LINGUAMADRE. Ne parlano siti e giornali, è diventata una notizia. Proprio perchè sa di dicriminazione, quella pepretata contro i padri in quanto maschi.