Oggi un giornale on line, a me caro perchè ci ho collaborato, ha pubblicato il riassunto di quello che ho risposto all'intervista; purtroppo il tono e il senso sono stati alleggeriti e non hanno il senso di quello che ho detto.
E' anche vero che il Venezuela mi tocca da vicino e forse pretendo di più, in ogni caso ecco il mio pensiero, questa volta, non edulcorato.
Invocare
l' assemblea cittadina (constituyente) da parte di Nicolàs Maduro, il
dittatore del Venezuela, è solo l’ultimo disperato tentativo di non
lasciare il potere e di proclamarsi dittatore, ma il popolo venezuelano, nell’ordine di milioni di
manifestanti che ogni giorno si riversano per le strade, ha detto "no"
alla sua tirannia e alla complicità di personaggi quali
Zapatero, un chiaro rifiuto anche all’intervento del Papa che con
il suo “dialogo” dà ulteriore ossigeno a un genocida che merita soltanto
di finire all’aia e pagare per i troppi crimini di lesa umanità. Ma da quando in qua si dialoga con genocidi?
Sorvolando
su quanto si possa essere delusi dal Vaticano, che per anni ha taciuto sulla nostra tragedia la quale, come dirò in seguito, non è molto diversa da
quella siriana, occorre prendere coscienza che siamo arrivati ad un punto di non
ritorno.
Il
Venezuela vive il momento più terribile della sua storia: repressione,
denutrizione, scarsità di medicine, privazione di libertà di stampa e di
parola, torture, detenzioni politiche del tutto arbitrarie e delinquenza che ne fanno il paese
più pericoloso al mondo con circa 35.000 morti violente all’anno. Se a questo numero
sommiamo i morti per denutrizione e quelli che perdono la vita malgrado
l’eroico impegno dei medici venezuelani, che non dispongono di medicinali e di
strutture ospedaliere decenti, il numero complessivo si avvicina paurosamente a
quello siriano.
Un
inferno che non siamo più disposti a sopportare, non possiamo
accettare chi per ingenuità, ignoranza o malafede parli in
favore di un autoritarismo che aspira a diventare una seconda Corea del
nord.
Come molti altri italo-venezuelani ho lottato molto in questi anni affinchè anche in Italia se ne parlasse
ma, come si sa, è stato difficile per una sorta di omertà che spesso ci
ha fatto arrabbiare e soffrire. Vittime due volte: in Venezuela e in
Italia.
Non possiamo più
accettare che il regime venezuelano calpesti la costituzione infischiandosene di
elezioni e di qualsiasi diritto, imponendo al popolo un paese con
l’inflazione più alta del mondo che arriva al 500%.
Diciamo
basta a questo governo illegittimo, gestito da delinquenti ricercati
per narcotraffico, i quali hanno fatto man bassa delle ricchezze del paese e
che non si fanno scrupoli ad uccidere manifestanti disarmati e
pacifici.
Quello che
vorrei ribadire è che non si tratta di destra o di sinistra poiché le dittature sono dittature, a qualunque colore sostengano di appartenere. La
loro furbizia sta nell'insediarsi fingendosi democrazie per poi
trasformarsi, come è accaduto con il chavismo.
Un intervento straniero avrebbe potuto aiutarci, ma nessuno si è occupato del
Venezuela, benchè i soliti “sapientoni” insinuinino che in questa
crisi ci sia la mano dell’America. Soliti luoghi comuni. Che vadano a
stare in Venezuela per un mese, non da turisti, da cittadini comuni e
vessati per rendersi conto del perché il venezuelano non ha più paura
e ormai sfida la morte pur di liberare uno dei più bei paesi del mondo.
Il Venezuela chiede a tutta voce la caduta di Nicolàs Maduro e di tutto il suo gruppo. Secondo il mio punto di vista, che credo sia condiviso da molti, l'ordine logico dei prossimi passi dovrebbe essere:
1) Caduta del regime di Maduro
2) Nomina giunta di governo
3) Nomina del TSJ tribunale supremo di giustizia e del CNE organizmo che gestisce le elezioni (ora entrambi nelle mani del regime)
4) elezioni
@cosmodelafuente
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