Roma, 6 nov. (askanews) – La
regione Friuli Venezia Giulia (FVG) h a avviato un programma di aiuti economici
e sociali per i molti emigrati italiani presenti in Venezuela colpito dalla
crisi. Ne scrive Luigi Papais Componente del Consiglio direttivo Ente Friuli
nel Mondo e del Consiglio generale degli Italiani all’Estero sulla rivista
dell’associazione ‘Friuli nel mondo’.
Da quasi vent’anni a questa parte
siamo a conoscenza della grave crisi economica e istituzionale che ha colpito
il Venezuela e con essa i nostri connazionali e corregionali del Friuli Venezia
Giulia, che tuttora vivono in quel Paese, un tempo ricchissimo e ora ridottosi
in grande miseria.
[Per ragioni umanitarie, peró,
sarebbe il caso di pensare ad aiuti rivolti a tutti, dal momento che quello che
si verifica in Venezuela non è soltanto una crisi, ma una vera e propria
catastrofe umanitaria] cdf
Tante sono le cause di questa
crisi economica: un’ideologia totalitaria impossessatasi delle istituzioni;
espropri che hanno provocato perdite economiche e decrescita; corruzione e
mercato nero; crollo di interi settori dell’economia quando la crisi
petrolifera non ha più permesso di ripianare le costanti perdite delle aziende
statalizzate. Diversi connazionali sono riusciti a rientrare in Italia – tanti
anche in Fvg – svendendo i loro patrimoni personali e aziendali, oppure
perdendoli del tutto. Patrimoni con i quali, negli anni ’50 del secolo scorso,
hanno sostenuto massicciamente la ricostruzione del nostro Paese (e del nostro
territorio regionale) dopo i disastri bellici, attraverso le copiose rimesse
degli emigranti. Altri italiani stanno cercando, nonostante insormontabili
difficoltà e lungaggini burocratiche, di rientrare quantomeno in Europa, per
sfuggire a una crisi senza apparenti soluzioni, che sta provocando fame e
miseria, oltre che impossibilità di cure sanitarie.
La presenza italiana in
Venezuela, dunque, si sta assottigliando giorno dopo giorno e per quanto
riguarda la nostra regione non supera attualmente le mille unità di cittadini
iscritti all’Aire, con passaporto italiano. Potrebbero essere, all’incirca, una
decina di migliaia, se consideriamo anche gli attuali discendenti fino alla
terza generazione, che hanno perso la cittadinanza italiana e non l’hanno
riacquisita e faticano a riottenerla, a causa dei meccanismi farraginosi che la
regolano, stante le difficoltà in cui versano le nostre strutture diplomatiche,
in condizioni operative di crisi, intrinseche con l’ambiente dissestato in cui
operano.
Dopo molti appelli rivolti, in
più riprese, dai nostri rimpatriati e in particolare dal presidente onorario
del Fogolâr Furlan di Caracas, Enzo Gandin, lo scorso anno in occasione della
Giornata regionale dell’Emigrazione, istituita dal nostro Consiglio regionale,
tenutasi a Villa Manin il 28 luglio 2017, l’intera questione è stata
minuziosamente approfondita attraverso una indagine.
La nostra proposta fatta
concretamente propria dalla Regione dettagliata illustrazione da parte del
professor Enrique Petracco, rimpatriato dal Venezuela e attualmente docente
alle scuole superiori di Trieste. Ciò ha permesso ai presenti e, attraverso i
mezzi di comunicazione, all’intera comunità regionale, di conoscere a fondo la
gravità della situazione in cui versano corregionali e connazionali, privi del
tutto (o quasi) di mezzi di sussistenza e soprattutto di medicinali, compresi
quelli salvavita. Situazione che la nostra stampa e le nostre televisioni
continuano a ignorare e, nel migliore dei casi, a minimizzare anche quando
nella morsa dei rapimenti, delle rapine e pure della perdita di vite umane per
sparatorie finiscono connazionali e corregionali, con cittadinanza e passaporto
del nostro Paese. La stessa linea del nostro Governo nazionale, di tutti i
governi succedutisi nel tempo, è Finanziato dalla Regione Fvg per i
corregionali in Venezuela Friuli nel Mondo capofila di un progetto umanitario
nel Paese devastato nell’economia e nelle istituzioni improntata alla prudenza
tesa a garantire interessi economici e geopolitici che la nostra gente locale
fatica a comprendere. Per quanto riguarda Giunta regionale e Consiglio
regionale del Fvg, i ripetuti appelli sollevati in particolare dall’Ente Friuli
nel Mondo e dalle altre Associazioni regionali (Giuliani nel Mondo ed Efasce),
sono stati subito accolti attraverso una posta puntuale di bilancio, inserita
nella Legge finanziaria regionale per il 2018, con una dotazione di 100.000
euro, erogati a Friuli nel Mondo quale capofila di un progetto da realizzarsi
unitamente a tutte le Associazioni regionali, per aiuti umanitari ai
corregionali residenti in Venezuela (L.R. 37/2017, art. 7, comma 63).
Se la generosa erogazione
regionale è avvenuta prontamente e all’unanimità del Consiglio regionale,
l’operatività si è dimostrata più complicata del previsto, stante il quotidiano
aggravamento delle condizioni di ordine pubblico presenti in quel contesto,
oltre a questioni di inoltro di generi e di controllo doganale che, sovente,
comportano pure l’arbitraria confisca delle medicine o degli altri materiali in
spedizione. Va altresì tenuto conto che localmente non ci sono medicinali e che
il trasferimento di somme di denaro è soggetta alla legge locale e alla
conversione in valuta del posto, depauperata dalla svalutazione quotidiana
dell’8%.
Una missione d’altra parte da
concordare con il nostro Ministero degli Esteri, con l’Ambasciata italiana e il
Consolato generale di Caracas. Adempimenti, perciò, assai complicati
considerata pure la distanza che ne complica l’operatività. Il Consiglio
direttivo di Friuli nel Mondo ha incaricato lo scrivente, in considerazione
della sua contemporanea appartenenza al Consiglio Generale degli Italiani
all’Estero (Cgie), di concretizzare il complicato progetto, finanziato dalla
Regione e condiviso pure dalle altre Associazioni regionali. Ciò ha richiesto
una serie di interlocuzioni che hanno permesso, dopo ripetuti rinvii collegati
a vari aggravamenti della crisi interna del Venezuela, di dare avvio al
progetto umanitario, previa individuazione Le obiettive difficoltà di
realizzazione del progetto dei canali di mirata attuazione, nel rispetto delle
legislazioni nazionale e regionale e delle norme di contabilità pubblica (ogni
centesimo dovrà essere rendicontato!). Dapprima si è trattato di incontrare, in
più riprese, i corregionali rimpatriati nel tempo dal Venezuela, per
ricostruire con loro il quadro della nostra attuale presenza in quel contesto
geografico, avuto riguardo alle notizie in loro possesso sulle condizioni di
vita delle persone da essi conosciute, tenendo conto delle distanze tra di
loro, e le difficoltà di moderna comunicazione. Tanto per precisare, i Fogolârs
presenti in quel Paese Sudamericano, stando agli atti di Ente Friuli nel Mondo
in quanto legalmente riconosciuti e registrati secondo il diritto locale,
sarebbero sei: Barquisimeto, Caracas, Valencia, San Cristobal, Orinoco e
Maracaibo. I Giuliani nel Mondo hanno un sodalizio operante a Barquisimeto,
mentre l’Efasce opera a Maracaibo. Nella realtà, tutti i sodalizi sono a ranghi
ridotti, con parte dei membri pionieri deceduti, altri rimpatriati, perlopiù
con soci anziani e non in grado di comunicare tra di loro e con noi.
L’obiettivo di operatività futura, sia per il progetto umanitario sia per la
continuità della nostra rappresentanza regionale, sarà quello di un nuovo
percorso collaborativo unitario, che veda raggruppati assieme tutti i nostri
corregionali in Venezuela, per sostenersi quantomeno moralmente in modo
vicendevole, senza distinzioni anacronistiche per quel contesto.
Si è quindi reso finalmente
possibile un incontro collegiale, nella seconda quindicina di settembre, a
Caracas, con la presenza di circa una ventina di rappresentanti dei sodalizi di
corregionali, convenuti anche da luoghi molto lontani. Si è dato vita
all’auspicato coordinamento unitario, con la presenza di diversi giovani,
fortemente animati a sostenere il progetto, che prevede la spedizione
dall’Italia di medicinali e la consegna degli stessi in varie località
venezuelane, d’intesa con l’Ambasciata e il Consolato generale, dichiaratisi
disponibili a facilitare il progetto così come concordato, per quanto di loro
competenza e possibilità. A giorni il gruppo di lavoro si riunirà per
raccogliere e monitorare le indicazioni sulle necessità urgenti, riguardanti
medicinali, protesi e assicurazioni mediche per patologie gravi, per poi
procedere nel concreto. I lettori che fossero a conoscenza di casi in cui
necessitano interventi in tal senso, sono invitati a scrivere all’indirizzo di
posta elettronica fvg.venezuela@gmail.com oppure rivolgendosi a Friuli nel Mondo
o alle loro Associazioni.
Sull’evento di Caracas daremo
maggiori dettagli nei prossimi numeri del giornale e così pure sull’evoluzione
del progetto. Su come invece evolverà nel futuro la situazione di quel Paese,
permangono grossissime incognite per la continuità della presenza organizzata
della rappresentanza dei connazionali italiani e dei corregionali del Fvg;
della difesa dei diritti degli emigranti e della possibilità di trasmettere i
nostri valori e la nostra cultura, che pure hanno contribuito a rendere un
tempo grande la nazione venezuelana e, di riflesso, anche quella italiana. La
via d’uscita, lungi da interventi militari mancando attualmente leader
alternativi, è quella di stabilire un nuovo patto sociale, su cui porre le basi
per un nuovo modello di sviluppo. Bisogna andare oltre la sola estrazione di
risorse dal sottosuolo, promuovendo invece la crescita civile ed economica dei
cittadini e la loro effettiva libertà di organizzazione politica, per dare
luogo a un quadro istituzionale democratico e soprattutto onesto e trasparente.
Cose, purtroppo, ancora lontane dal realizzarsi.
[dalla rivista Friuli nel Mondo]
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