Cerchiamo di capire cosa chiedono
i parlamentari che hanno indossato i #GiletAzzurri in Parlamento.
"I gilet azzurri indossati
dai nostri parlamentari sono il simbolo di un'Italia che non vuole distruggere,
ma ricominciare a costruire: un'Italia che dice basta tasse, giù le mani dalle
pensioni, giù le mani dal volontariato, giù le mani dall'Italia che lavora e
che produce! Gli stessi gilet azzurri a gennaio saranno nelle piazze di tutte
le città italiane per continuare la mobilitazione contro il governo
giallo-verde a fianco dell'altra Italia seria e lavoratrice che ancora una
volta viene ingiustamente penalizzata", così lo spiega il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi,
in una nota.
Lo leggiamo anche sul sito giletazzurri.it
Tra le altre cose espongono
quanto segue: “Chi vota una manovra che aumenta le tasse, non taglia il costo
del lavoro, penalizza il volontariato, danneggia i pensionati e dimentica il
Sud non può dirsi di centrodestra. Il vero centrodestra siamo noi, è Forza
Italia"
Quello che a noi fa pensare è la penalizzazione del
volontariato. Se è vero che il no-profit
e il volontariato verrà penalizzato siamo già in terreno di Diritti Umani e,
soprattutto, del non rispetto di chi si dedica ad aiutare il prossimo. Fermo restando che i "furbetti" come dice il vice premier Salvini, è giusto che siano puniti.
[La Repubblica] "Quella
tassa è una vergogna, una patrimoniale sulla solidarietà. Il conto lo
pagheranno i più poveri". Sono queste le parole che rimbalzano nel mondo
del volontariato (il cui valore economico nella società è di circa 7 miliardi e
800 milioni di euro, più o meno lo 0,7% del prodotto interno lordo). Ogni
giorno che passa si allarga la protesta contro la norma nel maxiemendamento che
cancella l'Ires agevolata (portandola dall'attuale 12% al 24%) per istituti di
assistenza sociale, fondazioni, enti ospedalieri, istituti di istruzione senza
scopo di lucro. E che prevede un esborso di circa 120 milioni per il Terzo
Settore.
Ires volontariato: retromarcia
del governo. Di Maio: "Pronti a modifica". Il vicepremier dopo le
polemiche: “Non possiamo intervenire in legge di Bilancio perché si andrebbe in
esercizio provvisorio. Mi impegno a cambiarla nel primo provvedimento utile”.
D’accordo Conte e Salvini, che dice: “Massimo rigore con i furbetti”. Qui ci
starebbe una battuta sul discorso dei “furbetti” (vedi i servizi di Striscia la
Notizia) se pensiamo alla famiglia Di Maio, ma lasciamo perdere.
Di Maio: “Modificarla nel primo
provvedimento utile”
In campo scendono i vicepremier e
poi Giuseppe Conte. A prendere per primo posizione è Luigi Di Maio:
"Quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano
punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce
coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella
Legge di Bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo
l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile. Inoltre, abbiamo
sentito la comunità dei Frati di Assisi, che ringraziamo per il loro
instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima", annuncia il
ministro dello Sviluppo Economico in una nota.
Conte: “A gennaio riformulare e
calibrare meglio”
Subito dopo si pronuncia anche il
presidente del Consiglio, via Facebook. Conte indica la direzione da seguire:
"Le iniziative di solidarietà degli enti non profit, anche alla luce del
principio di sussidiarietà, rappresentano uno strumento essenziale per
un'efficace politica di inclusione sociale e di effettiva promozione della
persona. Il governo ha ben presente tutto questo e al Terzo settore sin
dall'inizio ha dedicatogrande attenzione. Per questo in merito alla norma
sull'Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla
Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per
riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale", dichiara.
Salvini: “Massimo rigore con i
'furbetti' che fanno altro”
Contro "i furbetti" ma
a difesa del volontariato si schiera il leader del Carroccio: "Dopo aver
incontrato e ascoltato tanti presidenti ed associazioni - ha detto Salvini -
garantisco l'impegno del governo ad intervenire per aiutare le tante
associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi,
ci sarà invece massimo rigore con i 'furbetti' che fanno altro".
Le critiche delle opposizioni
Ma l'opposizione non retrocede e
Mara Carfagna, ad esempio, su Facebook attacca: "Da dove vengono fuori le
norme? Chi le scrive? E chi parla a nome del Governo?". Un'iniziativa più
diretta arriva dal Pd che presenterà un ricorso
alla Consulta contro una manovra "approvata fuori dall'ordinario percorso
parlamentare", denuncia Richetti.
Cosa prevede la misura contestata
La misura contestata, su cui è
arrivato il dietrofront del governo, è stata introdotta a Palazzo Madama.
Prevede il raddoppio dell'Ires per gli enti del no profit, cancellando
l'agevolazione (un dimezzamento dell'aliquota al 12%) e facendo tornare l'Ires
al 24% per enti e istituti di assistenza sociale, società di mutuo soccorso,
enti ospedalieri, enti di assistenza e beneficenza; istituti di istruzione e
istituti di studio e sperimentazione senza fini di lucro, corpi scientifici,
accademie, fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, di
esperienze e ricerche aventi scopi esclusivamente culturali. Rientrano nello
stop all'agevolazione anche gli istituti autonomi per le case popolari. Secondo
la relazione tecnica al maxiemendamento alla manovra, il raddoppio dell'Ires
per il mondo del no-profit vale 434 milioni in tre anni.
[La Repubblica]
Carlos Gullì
familiafutura
www.giletazzurri.it
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