febrero 04, 2019

Italiani a Caracas : il governo italiano non ha capito



Ogni volta che qualcuno si domanda come stiano gli italiani in Venezuela, bisognerebbe tener conto di quello che loro dicono. Sandro è uno de molti italiani che vivono a Caracas. Si stima che italiani e chi ha origini italiani siano almento un paio di milioni. 
Come ha giustificato Ricardo Antonio Merlo, fondatore del Movimento Associativo Italiani All'estero e oggi Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale del Governo Conte.
Dichiara che la posizione del governo italiano sia quella giusta perché avrebbe deciso di non riconoscere il presidente Guaidó per proteggere gli italiani che risiedono in Venezuela. 
Gli italiani residenti in Venezuela rispondono a tono al governo italiano, attraverso manifesti, comunicati stampa e discorsi pubblici. Se la prendono, giustamente, con i partiti di governo che si sono astenuti sulla mozione di fiducia a Guaidó del Parlamento europeo. 
Italiani offesi, feriti e traditi da chi oggi sta al governo in Italia e probabilmente ha altri interessi che vanno molto oltre le necessità e l'emergenza degli italiani che in Venezuela ci vivono e chiedono a voce altra il riconoscimento di Guaidó,
Non possiamo mentire. 
Lo scritto di Sandro ne è un esempio. Come lui la stragrande maggioranza degli italiani in Venezuela chiede Guaidó Presidente riconosciuto anche dall'Italia. 
Ecco il suo scritto, semplice, vero, diretto.

Avrei voluto rispondere a ciascuno dei vari post di fruitori di Facebook di coloro  che sostengono il dittatore del Venezuela Maduro magari non avendo mai messo piede in questo meraviglioso paese.
Il Venezuela non ha eguali al mondo per ricchezze di ogni tipo. Minerarie, naturali, climatiche e via dicendo. Il Venezuela è stato il primo Paese ad avere strutture stradali avveniristiche.  Le Università attiravano i migliori docenti del mondo
Venezuela dei grandi  artisti, grandi architetti del calibro di Villanueva. Altissimo il numero dei laureati, preparatissimi che all’estero brillavano per la loro bravura. Oggi questo Paese dalle infinite risorse è riuscito,  grazie all’attuale regime, a conquistare un primato mondiale che non sarà mai battuto da nessuno: riuscire a ridurre alla fame una buona parte della popolazione,  far morire la gente a causa di malattie curabilissime,  per totale mancanza di ogni tipo di medicine. In verità alcune si possono trovare al mercato nero ma occorrono troppi soldi e per persone il cui reddito mensile, raramente,  arriva a cinquanta dollar, diventa impossibile.
Il due di febbraio ho marciato per le strade di Caracas  allo scopo di convincere il  dittatore Maduro  ad andarsene, per permetterci elezioni libere, per chiedergli  consentire l’ingresso di aiuti umanitari che lui continua a rifiutare. Guaidò, invece, li farà entrare . Soprattutto medicine. In Italia si dice che Guaidò si è autoproclamato  Presidente, ma non è così.
La Costituzione venezuelana aggiornata da Chávez  che contiene tre articoli per l’assemblea nazionale in casi di disconoscimento del Presidente,  può nominarne uno provvisorio,  fino a nuove elezioni.  Guaido’ quindi non si è “autoproclamato” presidente come l’informazione italiana continua a dire, lui ha giurato di accettare l’incarico transitoriamente.  Molto spesso queste proteste anti governo sono state represse, ma questa volta, sebbene fossimo milioni scesi in piazza in tutto il Venezuela,  non son mai stati fermati da nessuna forza di policia. Segno che anche loro si stanno rendendo conto. Tra le milioni di bandiere Venezuelane il Tricolore che io sventolavo spiccava e non vi dico la commozione. La gente mi fermava per abbracciarmi e baciarmi ringraziandomi e però ricordandomi come il Venezuela abbia nel dopoguerra aperto le braccia a tanti italiani. Qui si aspettavano un sostegno ben più deciso da parte dei nostri governanti. Due milioni di perone, qui, hanno sangue come il nostro. Sostenete questo popolo meraviglioso coraggiosissimo martoriato , eppure  sempre capace di sorridere.
[Scritto autentico di  Sandro Romersi]

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