Tappa finale per la dittatura
assassina di Maduro. Sono molti i
militari che hanno abbandonato la macchina della morte del tiranno per unirsi
all’opposizione a al Presidente ad interim Juan Guaidó, sotto lo sguardo
furioso dei chavisti al potere che altro non possono fare che minacciare
oppositori e manifestanti. Ieri anche la base aerea e militari di La Carlota (Caracas) si è schierata con la
Libertà del Venezuela.
A fronte di tanta repressione,
della miseria e la carestia a cui sono stati sottoposti i venezuelani e gli
italiani in Venezuela, le detenzioni arbitrarie, le torture, le uccisioni dei
dissidenti, la mancanza di cibo, di farmaci, di acqua e di energia elettrica,
il M5S, grazie a cui l’Italia non ha condannato apertamente il tiranno e si è
mantenuta neutrale per via dei simpatizzanti pentastellati, dovrebbe vergognarsi,
mentre gli elettori italiani trarre le
proprie conclusioni e prendere le
distante da questo gruppo basato sulla disinformazione. La domanda del
futuro sarà – Chi governava l’Italia quando il governo non ha riconosciuto il passaggio alla democrazia venezuelana per
mezzo di Guaidó, permettendo che in Italia restassero i collaboratori
diplomatici della dittatura? – Il dito si punterà contro il governo
gialloverde.
Guaidó è appoggiato da oltre 50
paesi democratici del mondo, mentre Maduro è riconosciuto come dittatore e
usurpatore del potere, per essersi (lui) autoproclamato Presidente senza libere
elezioni. Dal 10 di gennaio 2019 lui e tutti i diplomatici sotto il suo regime
sono decaduti. Non lo ha accettato e ha annullato i poteri del Parlamento
regolarmente eletto dal popolo. Ecco chi è il golpista, il suo nome è Nicolás
Maduro Moros. Una realtà innegabile. Solo la disinformazione generalizzata o la
malafede può sostenere il contrario. Anche la mancata espulsione dei diplomatici
del regime di Maduro, ex governo, è parte di questa complicità. A tale riguardo
bisogna precisare che non si sta proteggendo la comunità italiana residente in
Venezuela, come molti cercano di giustificare la complicità del governo
italiano, poiché in Venezuela si muore per mancanza di medicine e l’Ambasciata
italiana può fare poco. Quanti sono i casi di italiani in
Venezuela di morti per mancanza di medicine e di cure mediche? Come il
caso di quell’italiano diabetico morto per mancanza di farmaci di cui Mara
Carfagna ha parlato in Parlamento?
Chi sostiene Maduro? Le
autocrazie asiatiche collaborano con la permanenza della dittatura in
Venezuela, complici del muro di ferro e del controllo della forza. Il chavismo, è chiaro, ha cercato di prendere
tempo per diminuire l’attenzione internazionale e, nel frattempo, eliminare o
esiliare i leaders dell’opposizione, commerciando l’oro di Stato, il
coltan e le risorse del Paese. Tutto è venuto a galla, grazie anche al lavoro
di giornalisti “seri” e di comunicatori, si è capito con che tipo de criminale
abbiamo a che fare. L’opposizione
continua a chiedere al popolo venezuelano di scendere per le strade e
manifestare contro una dittatura che non guarda in faccia a nessuno. La diaspora venezuelana cresce di giorno in
giorni, si parla ormai di tre milioni di persone che sono fuggite dalla
carestia voluta dalla dittatura, che ha negato anche l’ingresso degli aiuti
umanitari. Cina, Russia, Iran e Turchia hanno i loro interessi, ovviamente.
Maduro ha imparato bene e applicato il
copione castrista, meglio privo di
giovani e di popolazione che mollare il potere e il narcotraffico
internazionale. Continua a nominare generali e ad appoggiarsi ai colectivos,
bande di delinquenti assoldati e armati da schierare contro i manifestanti,
allo scopo di terrorizzare e sventare possibili rivolte popolari. Insieme a
loro operano anche altri gruppi di teppisti e di paramilitari in collegamento
con le guerriglie colombiane, per non parlare poi di tutti i gruppi cubani a
cui si ispira il SEBIN la polizia politica che agisce contro chiunque sia
sospettato di dissidenza o che sia colpevole anche soltanto di fare una critica
sulle reti sociali.
Sono migliaia i soldati fuggiti
in Colombia, ufficiali che si sono ribellati e non dimentichiamo uno degli
eroi, Oscar Pérez, che Maduro ha fatto giustiziare insieme al suo gruppo,
nonostante la resa. La speranza del
Venezuela oggi è su Guaidó, il Paese è con lui, mentre il 90% della popolazione
chiede a gran voce il cambio. Non si può restare inermi di fronte alla
distruzione di un popolo. Il dittatore "incompreso" deve capitolare non solo per la sua incompetenza, anche per essere colpevole di atroci crimini di Lesa Umanitaria.
Merito dell’opposizione, della
stampa libera ma anche dei giornalisti freelance, è stato quello di essere riusciti a mostrare
la realtà del Venezuela. Non dimentichiamo i partiti politici italiani che hanno
aiutato i venezuelani, esprimendosi e parlandone in Parlamento, non dimentichiamo
Antonio Tajani che da Presidente del Parlamento europeo è riuscito a
sensibilizzare l’Europa sul caso venezuelano. Solo la pressione internazionale
può aiutare il nostro paese, solo le forze armate potranno decidere se
riportare la democrazia in Venezuela. Sono giorni importanti. Decisivi.
Salvare il popolo venezuela è priorità. La revolución il fallimento del Venezuela.
[Carlos Gullì -
@cosmodelafuente]
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