[con traducción en español]
[Cosmo de la Fuente] Siamo venezuelani, purosangue o
di diverse origini, ma siamo nati e
cresciuti nella nostra terra, il Venezuela, dove abbiamo frequentato le scuole,
giocato nei cortili, assaporato i gusti e i profumi che non possiamo cancellare
dalla nostra mente e dal nostro cuore.
Ci è arrivata addosso la
maledizione chavista, in realtà ce la siamo anche cercata e se andiamo ad
analizzare come si evolveva la situazione politica venezuelana - anni prima dell'avvento di Chávez - ci rendiamo
conto che personaggi sempre molto vicini al potere, stavano già scavando la
fossa per prepararci a quello che loro chiamano “socialismo” ma che in realtà è
un regime rosso che si arricchisce sulla pelle del popolo. Un autoritarismo,
che può essere militare ma che più spesso è civile.
Tralasciamo i regimi militari e le monarchie, vale la pena ricordare alcuni che dietro un aspetto democratico in realtà nascondono un’aggregazione dei poteri concentrati su di una persona o di un gruppo.
Tralasciamo i regimi militari e le monarchie, vale la pena ricordare alcuni che dietro un aspetto democratico in realtà nascondono un’aggregazione dei poteri concentrati su di una persona o di un gruppo.
Da uno studio e una ricerca del 2017, il prof. Giovanni Carbone
dell’Università degli Studi di Milano, si evince un elenco di regimi civili.
(Afghanistan, Algeria, Angola,
Armenia, Azerbaijan, Bangladesh, Bielorussia, Birmania, Burundi, Cambogia,
Camerun, Centrafrica, Cina, Congo-Kinshasa, Corea del Nord, Cuba, Eritrea,
Etiopia, Gabon, Gibuti, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Honduras, Iran, Iraq,
Kazakhstan, Kyrgyzstan, Laos, Libano, Libia, Macedonia, Malesia, Maldive, Mali,
Mozambico, Nicaragua, Niger, Russia, Rwanda, Singapore, Somalia, Sud Sudan,
Tajikistan, Togo, Turchia, Turkmenistan, Uganda, Uzbekistan, Venezuela,
Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe) in aumento, rispetto al 2008, del 75%.
Sono in crescita e secondo me
perché sempre più regimi classici vogliono apparire, al cospetto del mondo,
delle democrazie dove i capi di stato e le assemblee vengono scelte attraverso
elezioni che sappiamo essere sempre manipolate da chi sta al potere. Cuba e
Venezuela ne sono dei validi esempi.
Ritorniamo a noi, noi venezuelani (mi piace credere che siamo una comunità unita) siamo sempre alla ricerca della
libertà del nostro paese perché siamo stati ingannati innanzitutto da Hugo Chávez,che era partito con un programma sociale che aveva affascinato molti, per poi trasformarsi
in autoritarismo che ha ha cancellato ì mezzi di comunicazione non
in linea con il “governo” tra cui giornali ed emittenti televisive, per
dedicarsi poi alle espropriazioni delle proprietà private. Tutte le
caratteristiche di un dispotismo comunista che man mano diventava sempre più
criminale e che negli ultimi anni ha raggiunto livelli tali che il mondo ha
dovuto accorgersene per forza.
Uccisione di manifestanti
pacifici, detenzioni e prigionieri politici, tortura. Sono quasi 22 anni che il
Venezuela vive in queste condizioni, l’economia, l’apparato sanitario sono
andati a farsi benedire, sfruttamento delle ricchezze del paese a cambio di
protezione da parte di Iran, Cina, e molta, moltissima propaganda di
regime. Un copione dettato dal primo
vero invasore del Venezuela, Cuba. Come ciliegina su questa torta al veleno,
Nicolás Maduro, amico intimo di Hugo Chávez, prima autista di autobus, poi ministro
degli Esteri e infine Presidente della Repubblica del Venezuela. Cos’è rimasto di quella Repubblica? Niente e
ormai tutti ne siamo consci.
Anche grazie alle lotte e
all’intervento dei venezuelani nel mondo, oggi sono oltre 5 milioni
sparpagliati in tutti i Paesi, si è venuto a conoscenza di molte cose che prima
il regime riusciva a nascondere. Mentre i venezuelani all’estero lottano con
tutti i mezzi possibili, quelli che vivono nel Paese, invece, dopo essere scesi
in strada in milioni, non ce la fanno più. Hanno iniziato ad inginocchiarsi al
regime, per mancanza di cibo, acqua, luce, assistenza sanitaria.
Qualcosa accomuna a tutti i
venezuelani, quelli residenti in Venezuela e quelli all’estero: santificare
sempre il leader di turno, malgrado i 22 anni di disagi, si continua ad
aggrapparsi a parole e promesse che regolarmente non vengono mai mantenute. Noi venezuelani non siamo capaci di unirci, insomma, nemmeno all’estero. Spesso ci si lascia
confondere dalle promesse populiste di una parte di quella che dovrebbe essere
l’opposizione, ma che in realtà negozia con la dittatura in cambio di una
fettina di potere o sicurezza economica.
Oggi il nemico non è soltanto il
regime in sé, è anche, per quanto riguarda i venezuelani che vivono ancora nel
Paese, quello di credere di essere vicini alla fine di questo incubo e quindi più
fragili e propensi ad accogliere gli inviti di quell’opposizione che non
porterà a un cambio radicale, mai. Il seme del chavismo continuerà a fare
danno, riproducendosi come un virus letale portandoci ancora e ancora, verso la
deriva. Molti venezuelani all’estero commettono lo stesso errore, secondo
il mio punto di vista, ci basan sulle solite promesse e molti accarezzano il sogno di una posizione diplomatica o posti di rilievo nel mondo
quando e se questa opposizione si sostituirà al potere in Venezuela. Quindi
lottano anche tra di loro in una specie di lotta intestina tra fratelli. Si
pensa ad un futuro allettante mentre si cammina sulle macerie del Venezuela ancora
in pieno processo di distruzione.
Esiste anche un’altra opposizione
che forse potremmo considerare più dura. Una Resistenza formata da venezuelani
che vuole far piazza pulita, spodestando il regime e coloro che da oppositori
negoziano e dialogano, forse Resistenza radicale, ma che ha colto nel segno. Oltre
alla resistenza vi sono i leader che si
sono smarcati dalla solita opposizione negoziatrice che ha sempre escluso la
possibilità di chiedere un aiuto internazionale, due nomi che seguo con
interesse e che potrebbero, a loro volta, far parte di questa trasformazione:
María Corina Machado (Vente Venezuela) di cui ho parlato in un precedente
articolo (LINK) e Antonio Ledezma (ex sindaco di Caracas oggi in esilio in
Spagna).
L’unico “dialogo” che vedo
possibile è tra persone che hanno capito l’inutilità dei dialoghi in dittatura
e il pericolo di continuare ad ossigenare un regime che non ha nessuna
intenzione di abbandonare il potere. Né
false elezioni né finti dialoghi
potranno mai permetterci di uscire da questa maledizione chavista.
Perché non unire queste forze per
spingerci oltre alle apparenze individuando un cammino, forse tortuoso, ma più
deciso per la libertà del Venezuela?
Vorrei rivolgere questa domanda a
tutti i venezuelani del mondo e magari attraverso i commenti capire a che punto
siamo con la nostra coscienza e maturità, intanto mi pare interessante
conoscere il parere di una venezuelana che da anni vive e lavora in Italia, che
personalmente stimo moltissimo, la dottoressa Angela María Stortini
dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Caro Cosmo, ci sono diversi aspetti che dovremmo considerare perché il
socialismo del 21 ° secolo dura da molto tempo, come tutti i tumori, se non
curati in tempo, porta il paziente alla bara. In questi anni ho sentito molte
parole e visto pochi fatti. Penso che sia necessario chiudere definitivamente
con l'attuale classe politica, il partito al potere e l'opposizione. Hanno
fallito e rappresentano il peggio della società civile e dell'essenza politica
venezuelana, ammesso e non concesso che possano essere inseriti nel quadro
civile e politico. Stavo parlando con una collega dell'università, qualche
tempo fa, ed entrambe siamo giunte alla stessa conclusione: se in 21 anni non
ne siamo usciti, significa che non c'è interesse che il Paese cambi, poiché cambiando,
le persone riacquisterebbero la libertà
di costruirsi il proprio destino, cosa che all’attuale classe politica, di ambo
le parti, non piace perché il loro gioco finirebbe.
Da cittadina mi domando: come si può accettare che una Costituzione
cambi senza che un processo di questo tipo sia stato gestito con equilibrio?
Come si spiega la graduale chiusura e/o censura dei media e delle voci
informative? Perfino l'opposizione è rimasta silente di fronte a questo crimine
intellettuale. Inoltre, in altri modi, anche l'opposizione ha imparato a
censurare come o con maggiore enfasi dello stesso partito al potere. Come
spieghi che in un paese di grandi risorse e una popolazione, con un'età media
molto inferiore all'età media in Europa, non abbia opportunità? Come si spiega
che la nostra ricchezza venga sfruttata e controllata e che il tanto decantato
imperialismo yankee è stato sostituito da un imperialismo ancora peggiore? Che
i venezuelani si siano impoveriti nel loro paese, mentre i nefasti attori di
quel neoimperialismo arricchiscono le casse di altri paesi. Agiscono lasciando
miseria e gravi danni ambientali Perché questo, caro Cosmo, è un altro aspetto
che ci sta lasciando un costo sociale, con danni incalcolabili e forse
irreparabili.
Ciò che mi stupisce come cittadina è che il venezuelano voglia ancora
credere in un Messia che risolverà il problema per loro. Certo, abbiamo bisogno
di aiuto poiché che da soli non possiamo uscire da questo disastro. La storia
insegna che le grandi crisi si sconfiggono con grandi sforzi e con un'azione
comune di idee. Ma poi mi chiedo: non sono bastati 20 anni per dimostrare che
il partito al potere e l'opposizione hanno usato mezzi “democratici” per
intrappolare una tirannia? Cos'altro deve succedere per capire che l'attuale
pasticcio della classe politica venezuelana non ci porterà da nessuna parte e
trascorrendo altro tempo ci annullerà come paese e come società civile?
È innegabile che le crisi economiche abbiano avuto un ruolo non
favorevole in un contesto globale. Ma come si spiega che anni e anni di boom
petrolifero non sono serviti a rafforzare l'economia di un paese? Perché non abbiamo pensato di valorizzare il nostro
Paese in altri settori, oltre a quello minerario?
Cosmo, l'argomento è vasto e insidioso. Penso – non sogno - ad un paese in cui le persone hanno un buon
livello di istruzione e preparazione, qualunque cosa facciano. Penso a un paese
in cui ci siano opportunità per sviluppare le proprie idee, dove la proprietà
intellettuale delle persone venga rispettata. Perché vogliono toglierci, a
tutti i costi, il concetto di "proprio" ... come se possedere
qualcosa, intellettuale o materiale, fosse un crimine. Penso a un paese con un
sistema sanitario pubblico costruito dagli stessi venezuelani ... dobbiamo
farlo! Sto pensando a un paese in cui il concetto di solidarietà è ben separato
dal concetto di controllo della società civile. Non puoi darmi una scatola di
cibo fingendo che sia il prezzo che lo Stato ti paga in cambio di un voto. Sto
pensando a un paese in cui il merito è l'ago della bilancia, dove coloro che
commettono errori pagano secondo le regole di un codice civile e/o penale, dove
quando si entra in dogana non ascolti uno spagnolo dall’accento straniero e
dove non ci sia spazio per il terrore e la criminalità. Ora basta di mettere
all'asta il nostro Paese.
Come uscire da questa situazione di stallo? Non ho la soluzione in
mano. Perché la soluzione, quando ci sarà, sarà il frutto di uno sforzo
congiunto e lungi dall'essere manipolata dalle reti sociali. L'unica cosa che
posso dirti è che la società civile ha e avrà un ruolo molto importante e deve
essere quella che dovrà rimboccarsi le maniche. Gli sforzi fatti finora sono
falliti, domandiamoci il perché. Perseverare nelle stesse strategie senza
successo è frustrante è diabolico. Come possiamo credere a questo punto nel
voto, nei dialoghi, nei gruppi di contatto, nelle risoluzioni e nei discorsi?
Una tirannia non conosce diplomazia. Riesci a immaginare Cosmo, se gli alleati avessero
negoziato con Hitler la sua uscita dal potere? O che, nei Balcani, ci fosse
stato un dialogo tra coloro che hanno promosso la "purificazione della
razza"?
Per immaginare lo scenario futuro più favorevole, dobbiamo conoscere
molto bene la nostra storia, il nostro passato che sono lacune dell'attuale
classe politica venezuelana. Ciò che affermo l’ho letto e sentito da più di un venezuelano, con buon livello di
preparazione a riguardo e concordo. La scusa della lotta di classe, della disuguaglianza
e di molte altre cose è stata l'alibi di molte forze politiche in Venezuela e
in America Latina. Penso che una società civile disponibile debba crescere in
modo sano e ciò implica che le persone possano contare con una qualità di vita
e un sistema socio-economico e politico sano (libera separazione dei poteri,
giustizia imparziale, rispetto dei diritti umani, ecc.). Se la società civile
non farà lo sforzo di alzarsi e no farà in modo di porre in essere le idee o
quanto meno provarci, inostro destino sarà quello di scomparire. Credo che sia giunto il momento
di unire le forze, lontano dai falsi profeti e dal Messia dell'ultima ora.
Perché il cammino verso la salvezza non sarà né breve né facile.
[Cosmo]: Per quanto mi riguarda, cara
Angela, la tua analisi non fa una piega, riflette parte della nostra storia
recente, è interessante e realistica. Come dico sempre, negare la realtà non
cambia la verità ed è giunto il momento di non restare abbagliati e confusi dai
soliti canti di sirene.
Non è pessimismo, è realismo.
Grazie Angela per il tuo importante
intervento.
Chiedo anche a chi legge, cosa ne
pensate? Scrivici.
Cosmo de la Fuente
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En español
Venezuela se está transformando y la sociedad civil preparándose al gran paso?
[Cosmo de la Fuente] Somos venezolanos, de pura cepa o
de diferentes orígenes, pero nacimos y crecimos en nuestra tierra, Venezuela,
donde asistimos a escuelas, jugamos en los patios, saboreamos los sabores y perfumes
que no podemos borrar de nuestra mente y corazón.
La maldición chavista nos cayó
encima, en realidad también la buscamos y si vamos a analizar cómo evolucionó
la situación política venezolana, nos damos cuenta de que los personajes
siempre muy cerca del poder ya estaban cavando el pozo desde años atrás para
prepararnos para lo que llaman "Socialismo" pero que en realidad es
un régimen rojo que se enriquece sobre la piel de las personas. Un
autoritarismo, que puede ser militar pero que a menudo es civil. Dejando de
lado los regímenes militares y las monarquías, vale la pena mencionar algunos
de los que detrás de un aspecto democrático en realidad esconden agregación de
poderes, concetrados en una persona o grupo.
De un estudio e investigación de
2017, el prof. Giovanni Carbone, de la Universidad de Milán, muestra una lista
de regímenes civiles.
(Afganistán, Argelia, Angola,
Armenia, Azerbaiyán, Bangladesh, Bielorrusia, Birmania, Burundi, Camboya,
Camerún, África Central, China, Congo-Kinshasa, Corea del Norte, Cuba, Eritrea,
Etiopía, Gabón, Djibouti, Guinea, Guinea- Bissau, Haití, Honduras, Irán, Iraq,
Kazajstán, Kirguistán, Laos, Líbano, Libia, Macedonia, Malasia, Maldivas, Malí,
Mozambique, Nicaragua, Níger, Rusia, Ruanda, Singapur, Somalia, Sudán del Sur,
Tayikistán, Togo, Turquía , Turkmenistán, Uganda, Uzbekistán, Venezuela,
Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe) un 75% más que en 2008.
Están creciendo y, en mi opinión,
porque cada vez más regímenes clásicos quieren aparecer, ante los ojos del
mundo, como democracias donde los jefes de estado y las asambleas se eligen a
través de elecciones que sabemos siempre manipuladas por el poder. Cuba y
Venezuela son buenos ejemplos.
Volviendo a nosotros, los
venezolanos, me gusta considerarnos como si fuéramos una comunidad unida en la
búsqueda de la libertad de nuestro país, primero fuimos engañados por Hugo
Chávez, quien comenzó con un programa social que fascinó a muchos, luego se
convirtió en autoritarismo que siguió cancelando los medios que no están en
línea con el "gobierno", incluidos los periódicos y las emisoras de
televisión, para luego dedicarse a la expropiación de la propiedad privada.
Todas las características de un despotismo comunista que gradualmente se volvió
cada vez más criminal y que en los últimos años ha alcanzado tales niveles que
el mundo no pudo no darse cuenta del acoso en el que cayó el país
Matar manifestantes pacíficos,
detenciones y presos políticos, torturas. Venezuela ha estado viviendo en estas
condiciones durante casi 22 años, la economía, el sistema de salud han sido
destruidos, la explotación de la riqueza del país a cambio de protección por
parte de Irán, China y mucha, desmasiada propaganda del régimen. Un guión
dictado por el primer verdadero invasor de Venezuela, Cuba. Como guinda de este
pastel al veneno, Nicolás Maduro, amigo cercano de Hugo Chávez, primero chofer
de autobús, luego ministro y finalmente presidente de la República de
Venezuela. ¿Qué queda de esa República? ¡Nada! y ahora somos conscientes de ello.
Además, gracias a las luchas y la
intervención de los venezolanos en el mundo - hoy hay más de 5 millones
dispersos en todos los países - se han aprendido muchas cosas que el régimen
pudo ocultar anteriormente. Mientras que los venezolanos en el extranjero
luchan con todos los medios posibles, aquellos que viven en el país, por otro
lado, después de haber salido a las calles por millones, ya no lo logran.
Comenzaron a arrodillarse ante el régimen, por falta de alimentos, agua,
electricidad, atención médica.
Todos los venezolanos tenemos
algo en común, los que residen en Venezuela y los que estamos en el extranjero:
siempre santificamos al líder del momento, a pesar de los 22 años de
inconvenientes, continuamos aferrándonos a palabras y promesas que puntualmente
nunca se cumplen. Además, no logramos unirnos, incluso en el extranjero. A
menudo nos confundimos con las promesas populistas de esa parte de lo que
debería ser la oposición, pero que en realidad negocia con la dictadura a
cambio de una porción de poder o seguridad económica.
Hoy, el enemigo no es solo el
régimen en sí, sino también, por lo que se refiere a los venezolanos que aún
viven en el país, el de creer que estamos cerca del final de esta pesadilla y,
por lo tanto, más frágiles e inclinados a aceptar las invitaciones de esa parte
de la oposición. Eso nunca conducirá a un cambio radical. La semilla del
chavismo continuará haciendo daño, reproduciéndose como un virus letal que nos
llevará una y otra vez hacia la deriva. Muchos de los venezolanos en el
extranjero cometen el mismo error, en mi opinión, dependen en gran medida de
las promesas habituales y muchos de ellos persiguen el sueño de una posición
diplomática o lugares prominentes en el mundo cuando (y si) esta oposición
reemplazará el poder en Venezuela. Una especie de lucha interna entre hermanos.
Soñando con un futuro perfecto, mientras
todos estamos caminando sobre los escombros de nuestro país aún en pleno proceso
de destrucción.
También habría una oposición que
quizás podríamos considerar más real. Una resistencia compuesta por venezolanos
que quieren limpiar, derrocando al régimen y contra de quienes negocian y
dialogan vestidos de opositores, tal vez una resistencia radical, pero que ha
dado en el blanco.
Entre los líderes que, en mi
opinión, se han distanciado de la oposición negociadora habitual que siempre ha
descartado la posibilidad de pedir ayuda internacional, hay dos nombres que
sigo con interés y que, a su vez, podrían ser parte de esta transformación:
María Corina Machado ( Vente Venezuela) de quien hablé en este artículo (LINK) y Antonio Ledezma (ex alcalde de Caracas hoy
en el exilio en España).
El único diálogo que veo posible
es entre personas que han entendido la inutilidad de los diálogos en la
dictadura y el peligro de continuar oxigenando un régimen que no tiene la
intención de abandonar el poder. Ni la farsa electoral ni los diálogos
simulados nos permitirán salir de esta maldición chavista.
¿Por qué no unirse a estas
fuerzas para ir más allá de las apariencias identificando un camino, quizás
tortuoso, pero seguro para la libertad de Venezuela?
Me gustaría hacer esta pregunta a
todos los venezolanos en el mundo y quizás a través de los comentarios entender
dónde estamos con nuestra conciencia y madurez, mientras tanto me parece
interesante conocer la opinión de una venezolana que desde años vive y trabaja
en Italia, a quien personalmente conozco, aprecio y respeto mucho , Doctora Angela
María Stortini, de la Universidad Ca 'Foscari de Venecia.
Estimado Cosmo hay varios aspectos que deberíamos considerar porque el
socialismo del siglo XXI no dura desde hace pocos días y como todo cáncer: mas
pasa el tiempo y más lleva al enfermo hacia el ataúd si no curado a tiempo. En
estos años he escuchado muchas palabras y he visto pocos hechos. Pienso que hay
que cerrar definitivamente con la clase política actual, oficialista y
opositora. Han fracasado y representan lo peor de la sociedad civil y de la
esencia política venezolana, admitido puedan ser colocados en el marco civil y
político. Hablaba con una colega universitaria, tiempo atrás, y ambas llegamos
a la misma conclusión: si en 21 años no hemos salido de esto, quiere decir que
hay interés a que el país no cambie, porque si cambia y la gente se empodera de
su destino, a la clase política actual, sea del bando que sea, se le termina el
juego.
Me pregunto como ciudadana: ¿cómo se ha podido aceptar que una
constitución cambie sin que un proceso de ese tipo haya sido manejado con
equilibrio? ¿Cómo puede explicarse el paulatino cierre y/o censura de los
medios y voces de la información? Hasta la fulana oposición ha callado y calla
delante de este crimen intelectual. Es más, por muchos aspectos la oposición ha
aprendido a censurar como o con mayor énfasis del mismo oficialismo. ¿cómo se
explica que en un país con recursos y con una población, con una edad media
mucho mas baja de lo que es la edad media en Europa, no tenga oportunidades?
¿cómo se explica que nuestras riquezas vengan explotadas y controladas y que el
tan cacareado imperialismo Yankee haya sido substituido por un imperialismo aún
peor? Que ha vuelto miserables los mismos venezolanos en su propio país,
mientras los nefastos actores de ese neoimperialismo enriquecen las arcas de
otros países. Que actúan dejando miseria e inclusive daños a nivel ambiental.
Porque esto, estimado Cosmo, es otro aspecto que nos está dejando un costo
social, con daños incalculables y quizás irreparables.
Lo que me deja anonadada como ciudadana es que el venezolano tenga
necesidad de creer aún en un Mesías que les resuelva el problema. Claro,
tenemos necesidad que nos ayuden y que solos no podemos salir de este paquete.
La historia enseña que de grandes crisis se sale con grandes esfuerzos y con
una acción conjunta de ideas. Pero entonces me pregunto: ¿es que 20 años no han
bastado a demostrar que oficialismo y oposición han usado los medios de la
democracia para enquistar una tiranía? ¿Que más ha de suceder para entender que
el actual garabato de clase política venezolana no nos llevará a ningún lado y
que más pasa el tiempo y más nos anulará como país y como sociedad civil?
No podemos negar que las crisis económicas han jugado un papel que no
ha sido favorable en un contexto mundial. ¿Pero entonces cómo se explica, que
años y años de bonanza petrolera no hayan servido a robustecer la economía de
un país? ¿Cómo no se ha pensado en valorizar nuestro país en otros sectores,
diferentes al sector minero?
Cosmo, el argumento es vasto y los aspectos tantos. Yo pienso, ¡ojo no
sueño! Con un país donde la gente tenga un buen nivel de educación y
preparación, haga lo que haga. Pienso en un país donde haya oportunidades para
desarrollar las propias ideas y donde la propiedad intelectual de las personas
venga respetada. Porqué nos quieren quitar, a como de lugar, el concepto de “propio”
… como si poseer cualquier cosa, intelectual o material, fuera un crimen.
¡Pienso en un país con un sistema de salud pública construida por los propios
venezolanos … tenemos con que! Pienso en un país donde el concepto de
solidaridad esté bien divorciado del concepto del control de la sociedad civil.
No se me puede dar una caja de alimentos pretendiendo que eso sea el precio que
un estado paga a un ciudadano para obtener un voto. Pienso en un país donde el
merito sea la aguja de la balanza, donde quien se equivoca paga según las
reglas de un código civil y/o penal, donde al entrar por la aduana no escuche
un castellano con acento extranjero y donde no haya lugar para ninguna fuerza
del terror y del crimen. Ya basta que subasten cada cosa de nuestro país día
tras día.
¿Cómo salir de este estanco? No tengo la solución en la mano. Porque la
solución, cuando habrá, será obra de un esfuerzo conjunto y bien lejos de ser
manipulada por las redes. Lo único que puedo decirte es que la sociedad civil
tiene y tendrá un rol importantísimo y debe ser la que se tendrá que
empantalonar. Los esfuerzos hechos hasta ahora han fracasado, preguntémonos
donde está la razón. Perseverar en las mismas estrategias fracasadas además de
ser frustrante, es diabólico. ¿Cómo podemos creer a estas alturas en
votaciones, en diálogos, en grupos de contacto, en resoluciones y en discursos?
Una tiranía no conoce diplomacia. Te imaginas Cosmo, ¿que los aliados hubieran
negociado con Hitler su salida del poder? ¿O que, en los Balcanes se dialogara
cono los que promovían la “depuración de la raza”?
Para conocer el escenario más favorable de nuestro futuro, debemos
conocer muy bien nuestra historia, nuestro pasado y la actual clase política
venezolana es carente en este aspecto. Esta afirmación la he escuchado o leído
a más de un venezolano, con un buen nivel de preparación en materia y estoy muy
de acuerdo con ella. La excusa de la lucha de clases, de la desigualdad y de
tantas otras cosas ha sido el alibi de muchas fuerzas políticas en Venezuela y
en América Latina. Pienso que una sociedad civil y avanzada debe crecer en un
ambiente sano y eso implica que las personas tengan calidad de vida y un
sistema socioeconómico y político sano (léase separación de poderes, justicia
imparcial, respeto de los derechos humanos, etc.). Si la sociedad civil no hará
el esfuerzo de levantarse y coagular ideas e intentos, estamos destinados a
desaparecer. Creo haya llegado la hora de juntar las fuerzas, lejos de falsos
profetas y Mesías de la ultima hora. Porqué el camino a la recuperación no será
ni breve y ni fácil.
[Cosmo]En lo que a mí respecta, tu
análisis no hace una arruga, refleja parte de nuestra historia reciente, es
interesante y realista. Como siempre digo, negar la realidad no cambia la
verdad y ha llegado el momento de no deslumbrarse y confundirse con la canción
habitual y ambigua de las sirenas.
No es pesimismo, es realismo.
Gracias Angela por tu importante
intervención.
También lo pregunto a quienes leen,
¿qué les parece?
Cosmo de la Fuente
[se publicarán eventuales
comentarios y textos si hechos con educación y no anónimos]
L'articolo ed i commenti della dottoressa, rispecchiano a mio avviso la realtà che vive il paese, che è come un pendolo oscillando dalla disperazione assoluta all'assoluta e cieca fede dell'arrivo di un nuovo messia che lo liberi....
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