Pages

julio 03, 2020

Il Venezuela si sta trasformando mentre la società civile si prepara al grande passo? [con traduzione in spagnolo]


[con traducción en español]



[Cosmo de la Fuente] Siamo venezuelani, purosangue o di diverse origini,  ma siamo nati e cresciuti nella nostra terra, il Venezuela, dove abbiamo frequentato le scuole, giocato nei cortili, assaporato i gusti e i profumi che non possiamo cancellare dalla nostra mente e dal nostro cuore.
Ci è arrivata addosso la maledizione chavista, in realtà ce la siamo anche cercata e se andiamo ad analizzare come si evolveva la situazione politica venezuelana - anni prima dell'avvento di Chávez - ci rendiamo conto che personaggi sempre molto vicini al potere, stavano già scavando la fossa per prepararci a quello che loro chiamano “socialismo” ma che in realtà è un regime rosso che si arricchisce sulla pelle del popolo. Un autoritarismo, che può essere militare ma che più spesso è civile.
Tralasciamo i regimi militari e le monarchie, vale la pena ricordare alcuni che dietro un aspetto democratico in realtà nascondono un’aggregazione dei poteri concentrati su di una persona o di  un gruppo.
Da uno studio e una ricerca  del 2017, il prof. Giovanni Carbone dell’Università degli Studi di Milano, si evince un elenco di regimi civili.
(Afghanistan, Algeria, Angola, Armenia, Azerbaijan, Bangladesh, Bielorussia, Birmania, Burundi, Cambogia, Camerun, Centrafrica, Cina, Congo-Kinshasa, Corea del Nord, Cuba, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gibuti, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Honduras, Iran, Iraq, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Laos, Libano, Libia, Macedonia, Malesia, Maldive, Mali, Mozambico, Nicaragua, Niger, Russia, Rwanda, Singapore, Somalia, Sud Sudan, Tajikistan, Togo, Turchia, Turkmenistan, Uganda, Uzbekistan, Venezuela, Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe) in aumento, rispetto al 2008, del 75%.
Sono in crescita e secondo me perché sempre più regimi classici vogliono apparire, al cospetto del mondo, delle democrazie dove i capi di stato e le assemblee vengono scelte attraverso elezioni che sappiamo essere sempre manipolate da chi sta al potere. Cuba e Venezuela ne sono dei validi esempi.
Ritorniamo a noi, noi venezuelani (mi piace credere che siamo una comunità unita) siamo sempre alla ricerca della libertà del nostro paese perché siamo stati ingannati innanzitutto da Hugo Chávez,che era partito con un programma sociale che aveva affascinato molti, per poi trasformarsi in autoritarismo che ha ha cancellato ì mezzi di comunicazione non in linea con il “governo” tra cui giornali ed emittenti televisive, per dedicarsi poi alle espropriazioni delle proprietà private. Tutte le caratteristiche di un dispotismo comunista che man mano diventava sempre più criminale e che negli ultimi anni ha raggiunto livelli tali che il mondo ha dovuto accorgersene per forza.
Uccisione di manifestanti pacifici, detenzioni e prigionieri politici, tortura. Sono quasi 22 anni che il Venezuela vive in queste condizioni, l’economia, l’apparato sanitario sono andati a farsi benedire, sfruttamento delle ricchezze del paese a cambio di protezione da parte di Iran, Cina, e molta, moltissima propaganda di regime.  Un copione dettato dal primo vero invasore del Venezuela, Cuba. Come ciliegina su questa torta al veleno, Nicolás Maduro, amico intimo di Hugo Chávez, prima autista di autobus, poi ministro degli Esteri e infine Presidente della Repubblica del Venezuela.  Cos’è rimasto di quella Repubblica? Niente e ormai tutti ne siamo consci.
Anche grazie alle lotte e all’intervento dei venezuelani nel mondo, oggi sono oltre 5 milioni sparpagliati in tutti i Paesi, si è venuto a conoscenza di molte cose che prima il regime riusciva a nascondere. Mentre i venezuelani all’estero lottano con tutti i mezzi possibili, quelli che vivono nel Paese, invece, dopo essere scesi in strada in milioni, non ce la fanno più. Hanno iniziato ad inginocchiarsi al regime, per mancanza di cibo, acqua, luce, assistenza sanitaria.

Qualcosa accomuna a tutti i venezuelani, quelli residenti in Venezuela e quelli all’estero: santificare sempre il leader di turno, malgrado i 22 anni di disagi, si continua ad aggrapparsi a parole e promesse che regolarmente non vengono mai mantenute. Noi venezuelani non siamo capaci di unirci, insomma, nemmeno all’estero. Spesso ci si lascia confondere dalle promesse populiste di una parte di quella che dovrebbe essere l’opposizione, ma che in realtà negozia con la dittatura in cambio di una fettina di potere o sicurezza economica.
Oggi il nemico non è soltanto il regime in sé, è anche, per quanto riguarda i venezuelani che vivono ancora nel Paese, quello di credere di essere vicini alla fine di questo incubo e quindi più fragili e propensi ad accogliere gli inviti di quell’opposizione che non porterà a un cambio radicale, mai. Il seme del chavismo continuerà a fare danno, riproducendosi come un virus letale portandoci ancora e ancora, verso la deriva. Molti venezuelani all’estero commettono lo stesso errore, secondo il mio punto di vista, ci basan sulle solite promesse e molti accarezzano il sogno di una posizione diplomatica o posti di rilievo nel mondo quando e se questa opposizione si sostituirà al potere in Venezuela. Quindi lottano anche tra di loro in una specie di lotta intestina tra fratelli. Si pensa ad un futuro allettante mentre si cammina sulle macerie del Venezuela ancora in pieno processo di distruzione.
Esiste anche un’altra opposizione che forse potremmo considerare più dura. Una Resistenza formata da venezuelani che vuole far piazza pulita, spodestando il regime e coloro che da oppositori negoziano e dialogano, forse Resistenza radicale, ma che ha colto nel segno. Oltre alla resistenza vi sono  i leader che si sono smarcati dalla solita opposizione negoziatrice che ha sempre escluso la possibilità di chiedere un aiuto internazionale, due nomi che seguo con interesse e che potrebbero, a loro volta, far parte di questa trasformazione: María Corina Machado (Vente Venezuela) di cui ho parlato in un precedente articolo (LINK) e Antonio Ledezma (ex sindaco di Caracas oggi in esilio in Spagna).
L’unico “dialogo” che vedo possibile è tra persone che hanno capito l’inutilità dei dialoghi in dittatura e il pericolo di continuare ad ossigenare un regime che non ha nessuna intenzione di abbandonare il potere.  Né false elezioni né  finti dialoghi potranno mai permetterci di uscire da questa maledizione chavista.
Perché non unire queste forze per spingerci oltre alle apparenze individuando un cammino, forse tortuoso, ma più deciso per la libertà del Venezuela?
Vorrei rivolgere questa domanda a tutti i venezuelani del mondo e magari attraverso i commenti capire a che punto siamo con la nostra coscienza e maturità, intanto mi pare interessante conoscere il parere di una venezuelana che da anni vive e lavora in Italia, che personalmente stimo moltissimo, la dottoressa Angela María Stortini dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.


Caro Cosmo, ci sono diversi aspetti che dovremmo considerare perché il socialismo del 21 ° secolo dura da molto tempo, come tutti i tumori, se non curati in tempo, porta il paziente alla bara. In questi anni ho sentito molte parole e visto pochi fatti. Penso che sia necessario chiudere definitivamente con l'attuale classe politica, il partito al potere e l'opposizione. Hanno fallito e rappresentano il peggio della società civile e dell'essenza politica venezuelana, ammesso e non concesso che possano essere inseriti nel quadro civile e politico. Stavo parlando con una collega dell'università, qualche tempo fa, ed entrambe siamo giunte alla stessa conclusione: se in 21 anni non ne siamo usciti, significa che non c'è interesse che il Paese cambi, poiché cambiando, le  persone riacquisterebbero la libertà di costruirsi il proprio destino, cosa che all’attuale classe politica, di ambo le parti, non piace perché il loro gioco finirebbe.
Da cittadina mi domando: come si può accettare che una Costituzione cambi senza che un processo di questo tipo sia stato gestito con equilibrio? Come si spiega la graduale chiusura e/o censura dei media e delle voci informative? Perfino l'opposizione è rimasta silente di fronte a questo crimine intellettuale. Inoltre, in altri modi, anche l'opposizione ha imparato a censurare come o con maggiore enfasi dello stesso partito al potere. Come spieghi che in un paese di grandi risorse e una popolazione, con un'età media molto inferiore all'età media in Europa, non abbia opportunità? Come si spiega che la nostra ricchezza venga sfruttata e controllata e che il tanto decantato imperialismo yankee è stato sostituito da un imperialismo ancora peggiore? Che i venezuelani si siano impoveriti nel loro paese, mentre i nefasti attori di quel neoimperialismo arricchiscono le casse di altri paesi. Agiscono lasciando miseria e gravi danni ambientali Perché questo, caro Cosmo, è un altro aspetto che ci sta lasciando un costo sociale, con danni incalcolabili e forse irreparabili.
Ciò che mi stupisce come cittadina è che il venezuelano voglia ancora credere in un Messia che risolverà il problema per loro. Certo, abbiamo bisogno di aiuto poiché che da soli non possiamo uscire da questo disastro. La storia insegna che le grandi crisi si sconfiggono con grandi sforzi e con un'azione comune di idee. Ma poi mi chiedo: non sono bastati 20 anni per dimostrare che il partito al potere e l'opposizione hanno usato mezzi “democratici” per intrappolare una tirannia? Cos'altro deve succedere per capire che l'attuale pasticcio della classe politica venezuelana non ci porterà da nessuna parte e trascorrendo altro tempo ci annullerà come paese e come società civile?
È innegabile che le crisi economiche abbiano avuto un ruolo non favorevole in un contesto globale. Ma come si spiega che anni e anni di boom petrolifero non sono serviti a rafforzare l'economia di un paese? Perché  non abbiamo pensato di valorizzare il nostro Paese in altri settori, oltre a quello minerario?
Cosmo, l'argomento è vasto e insidioso. Penso – non sogno -  ad un paese in cui le persone hanno un buon livello di istruzione e preparazione, qualunque cosa facciano. Penso a un paese in cui ci siano opportunità per sviluppare le proprie idee, dove la proprietà intellettuale delle persone venga rispettata. Perché vogliono toglierci, a tutti i costi, il concetto di "proprio" ... come se possedere qualcosa, intellettuale o materiale, fosse un crimine. Penso a un paese con un sistema sanitario pubblico costruito dagli stessi venezuelani ... dobbiamo farlo! Sto pensando a un paese in cui il concetto di solidarietà è ben separato dal concetto di controllo della società civile. Non puoi darmi una scatola di cibo fingendo che sia il prezzo che lo Stato ti paga in cambio di un voto. Sto pensando a un paese in cui il merito è l'ago della bilancia, dove coloro che commettono errori pagano secondo le regole di un codice civile e/o penale, dove quando si entra in dogana non ascolti uno spagnolo dall’accento straniero e dove non ci sia spazio per il terrore e la criminalità. Ora basta di mettere all'asta il nostro Paese.
Come uscire da questa situazione di stallo? Non ho la soluzione in mano. Perché la soluzione, quando ci sarà, sarà il frutto di uno sforzo congiunto e lungi dall'essere manipolata dalle reti sociali. L'unica cosa che posso dirti è che la società civile ha e avrà un ruolo molto importante e deve essere quella che dovrà rimboccarsi le maniche. Gli sforzi fatti finora sono falliti, domandiamoci il perché.  Perseverare nelle stesse strategie senza successo è frustrante è diabolico. Come possiamo credere a questo punto nel voto, nei dialoghi, nei gruppi di contatto, nelle risoluzioni e nei discorsi? Una tirannia non conosce diplomazia. Riesci a immaginare Cosmo, se gli alleati avessero negoziato con Hitler la sua uscita dal potere? O che, nei Balcani, ci fosse stato un dialogo tra coloro che hanno promosso la "purificazione della razza"?

Per immaginare lo scenario futuro più favorevole, dobbiamo conoscere molto bene la nostra storia, il nostro passato che sono lacune dell'attuale classe politica venezuelana. Ciò che affermo l’ho letto e sentito  da più di un venezuelano, con buon livello di preparazione a riguardo e concordo. La scusa della lotta di classe, della disuguaglianza e di molte altre cose è stata l'alibi di molte forze politiche in Venezuela e in America Latina. Penso che una società civile disponibile debba crescere in modo sano e ciò implica che le persone possano contare con una qualità di vita e un sistema socio-economico e politico sano (libera separazione dei poteri, giustizia imparziale, rispetto dei diritti umani, ecc.). Se la società civile non farà lo sforzo di alzarsi e no farà in modo di porre in essere le idee o quanto meno provarci, inostro destino sarà quello di  scomparire. Credo che sia giunto il momento di unire le forze, lontano dai falsi profeti e dal Messia dell'ultima ora. Perché il cammino verso la salvezza non sarà né breve né facile.


[Cosmo]: Per quanto mi riguarda, cara Angela, la tua analisi non fa una piega, riflette parte della nostra storia recente, è interessante e realistica. Come dico sempre, negare la realtà non cambia la verità ed è giunto il momento di non restare abbagliati e confusi dai soliti canti di sirene.
Non è pessimismo, è realismo.
Grazie Angela per il tuo importante intervento.

Chiedo anche a chi legge, cosa ne pensate? Scrivici.
Cosmo de la Fuente

------------------------------
En español


Venezuela se está transformando y la sociedad civil preparándose al gran paso?

[Cosmo de la Fuente] Somos venezolanos, de pura cepa o de diferentes orígenes, pero nacimos y crecimos en nuestra tierra, Venezuela, donde asistimos a escuelas, jugamos en los patios, saboreamos los sabores y perfumes que no podemos borrar de nuestra mente y corazón.
La maldición chavista nos cayó encima, en realidad también la buscamos y si vamos a analizar cómo evolucionó la situación política venezolana, nos damos cuenta de que los personajes siempre muy cerca del poder ya estaban cavando el pozo desde años atrás para prepararnos para lo que llaman "Socialismo" pero que en realidad es un régimen rojo que se enriquece sobre la piel de las personas. Un autoritarismo, que puede ser militar pero que a menudo es civil. Dejando de lado los regímenes militares y las monarquías, vale la pena mencionar algunos de los que detrás de un aspecto democrático en realidad esconden agregación de poderes, concetrados en una persona o grupo.
De un estudio e investigación de 2017, el prof. Giovanni Carbone, de la Universidad de Milán, muestra una lista de regímenes civiles.
(Afganistán, Argelia, Angola, Armenia, Azerbaiyán, Bangladesh, Bielorrusia, Birmania, Burundi, Camboya, Camerún, África Central, China, Congo-Kinshasa, Corea del Norte, Cuba, Eritrea, Etiopía, Gabón, Djibouti, Guinea, Guinea- Bissau, Haití, Honduras, Irán, Iraq, Kazajstán, Kirguistán, Laos, Líbano, Libia, Macedonia, Malasia, Maldivas, Malí, Mozambique, Nicaragua, Níger, Rusia, Ruanda, Singapur, Somalia, Sudán del Sur, Tayikistán, Togo, Turquía , Turkmenistán, Uganda, Uzbekistán, Venezuela, Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe) un 75% más que en 2008.
Están creciendo y, en mi opinión, porque cada vez más regímenes clásicos quieren aparecer, ante los ojos del mundo, como democracias donde los jefes de estado y las asambleas se eligen a través de elecciones que sabemos siempre manipuladas por el poder. Cuba y Venezuela son buenos ejemplos.
Volviendo a nosotros, los venezolanos, me gusta considerarnos como si fuéramos una comunidad unida en la búsqueda de la libertad de nuestro país, primero fuimos engañados por Hugo Chávez, quien comenzó con un programa social que fascinó a muchos, luego se convirtió en autoritarismo que siguió cancelando los medios que no están en línea con el "gobierno", incluidos los periódicos y las emisoras de televisión, para luego dedicarse a la expropiación de la propiedad privada. Todas las características de un despotismo comunista que gradualmente se volvió cada vez más criminal y que en los últimos años ha alcanzado tales niveles que el mundo no pudo no darse cuenta del acoso en el que cayó el país
Matar manifestantes pacíficos, detenciones y presos políticos, torturas. Venezuela ha estado viviendo en estas condiciones durante casi 22 años, la economía, el sistema de salud han sido destruidos, la explotación de la riqueza del país a cambio de protección por parte de Irán, China y mucha, desmasiada propaganda del régimen. Un guión dictado por el primer verdadero invasor de Venezuela, Cuba. Como guinda de este pastel al veneno, Nicolás Maduro, amigo cercano de Hugo Chávez, primero chofer de autobús, luego ministro y finalmente presidente de la República de Venezuela. ¿Qué queda de esa República? ¡Nada! y ahora somos conscientes de ello.
Además, gracias a las luchas y la intervención de los venezolanos en el mundo - hoy hay más de 5 millones dispersos en todos los países - se han aprendido muchas cosas que el régimen pudo ocultar anteriormente. Mientras que los venezolanos en el extranjero luchan con todos los medios posibles, aquellos que viven en el país, por otro lado, después de haber salido a las calles por millones, ya no lo logran. Comenzaron a arrodillarse ante el régimen, por falta de alimentos, agua, electricidad, atención médica.
Todos los venezolanos tenemos algo en común, los que residen en Venezuela y los que estamos en el extranjero: siempre santificamos al líder del momento, a pesar de los 22 años de inconvenientes, continuamos aferrándonos a palabras y promesas que puntualmente nunca se cumplen. Además, no logramos unirnos, incluso en el extranjero. A menudo nos confundimos con las promesas populistas de esa parte de lo que debería ser la oposición, pero que en realidad negocia con la dictadura a cambio de una porción de poder o seguridad económica.

Hoy, el enemigo no es solo el régimen en sí, sino también, por lo que se refiere a los venezolanos que aún viven en el país, el de creer que estamos cerca del final de esta pesadilla y, por lo tanto, más frágiles e inclinados a aceptar las invitaciones de esa parte de la oposición. Eso nunca conducirá a un cambio radical. La semilla del chavismo continuará haciendo daño, reproduciéndose como un virus letal que nos llevará una y otra vez hacia la deriva. Muchos de los venezolanos en el extranjero cometen el mismo error, en mi opinión, dependen en gran medida de las promesas habituales y muchos de ellos persiguen el sueño de una posición diplomática o lugares prominentes en el mundo cuando (y si) esta oposición reemplazará el poder en Venezuela. Una especie de lucha interna entre hermanos.  Soñando con un futuro perfecto, mientras todos estamos caminando sobre los escombros de nuestro país aún en pleno proceso de destrucción.
También habría una oposición que quizás podríamos considerar más real. Una resistencia compuesta por venezolanos que quieren limpiar, derrocando al régimen y contra de quienes negocian y dialogan vestidos de opositores, tal vez una resistencia radical, pero que ha dado en el blanco.
Entre los líderes que, en mi opinión, se han distanciado de la oposición negociadora habitual que siempre ha descartado la posibilidad de pedir ayuda internacional, hay dos nombres que sigo con interés y que, a su vez, podrían ser parte de esta transformación: María Corina Machado ( Vente Venezuela) de quien  hablé en este artículo (LINK)  y Antonio Ledezma (ex alcalde de Caracas hoy en el exilio en España).
El único diálogo que veo posible es entre personas que han entendido la inutilidad de los diálogos en la dictadura y el peligro de continuar oxigenando un régimen que no tiene la intención de abandonar el poder. Ni la farsa electoral ni los diálogos simulados nos permitirán salir de esta maldición chavista.
¿Por qué no unirse a estas fuerzas para ir más allá de las apariencias identificando un camino, quizás tortuoso, pero seguro para la libertad de Venezuela?
Me gustaría hacer esta pregunta a todos los venezolanos en el mundo y quizás a través de los comentarios entender dónde estamos con nuestra conciencia y madurez, mientras tanto me parece interesante conocer la opinión de una venezolana que desde años vive y trabaja en Italia, a quien personalmente conozco, aprecio y respeto mucho , Doctora Angela María Stortini, de la Universidad Ca 'Foscari de Venecia.




Estimado Cosmo hay varios aspectos que deberíamos considerar porque el socialismo del siglo XXI no dura desde hace pocos días y como todo cáncer: mas pasa el tiempo y más lleva al enfermo hacia el ataúd si no curado a tiempo. En estos años he escuchado muchas palabras y he visto pocos hechos. Pienso que hay que cerrar definitivamente con la clase política actual, oficialista y opositora. Han fracasado y representan lo peor de la sociedad civil y de la esencia política venezolana, admitido puedan ser colocados en el marco civil y político. Hablaba con una colega universitaria, tiempo atrás, y ambas llegamos a la misma conclusión: si en 21 años no hemos salido de esto, quiere decir que hay interés a que el país no cambie, porque si cambia y la gente se empodera de su destino, a la clase política actual, sea del bando que sea, se le termina el juego.
Me pregunto como ciudadana: ¿cómo se ha podido aceptar que una constitución cambie sin que un proceso de ese tipo haya sido manejado con equilibrio? ¿Cómo puede explicarse el paulatino cierre y/o censura de los medios y voces de la información? Hasta la fulana oposición ha callado y calla delante de este crimen intelectual. Es más, por muchos aspectos la oposición ha aprendido a censurar como o con mayor énfasis del mismo oficialismo. ¿cómo se explica que en un país con recursos y con una población, con una edad media mucho mas baja de lo que es la edad media en Europa, no tenga oportunidades? ¿cómo se explica que nuestras riquezas vengan explotadas y controladas y que el tan cacareado imperialismo Yankee haya sido substituido por un imperialismo aún peor? Que ha vuelto miserables los mismos venezolanos en su propio país, mientras los nefastos actores de ese neoimperialismo enriquecen las arcas de otros países. Que actúan dejando miseria e inclusive daños a nivel ambiental. Porque esto, estimado Cosmo, es otro aspecto que nos está dejando un costo social, con daños incalculables y quizás irreparables.
Lo que me deja anonadada como ciudadana es que el venezolano tenga necesidad de creer aún en un Mesías que les resuelva el problema. Claro, tenemos necesidad que nos ayuden y que solos no podemos salir de este paquete. La historia enseña que de grandes crisis se sale con grandes esfuerzos y con una acción conjunta de ideas. Pero entonces me pregunto: ¿es que 20 años no han bastado a demostrar que oficialismo y oposición han usado los medios de la democracia para enquistar una tiranía? ¿Que más ha de suceder para entender que el actual garabato de clase política venezolana no nos llevará a ningún lado y que más pasa el tiempo y más nos anulará como país y como sociedad civil?
No podemos negar que las crisis económicas han jugado un papel que no ha sido favorable en un contexto mundial. ¿Pero entonces cómo se explica, que años y años de bonanza petrolera no hayan servido a robustecer la economía de un país? ¿Cómo no se ha pensado en valorizar nuestro país en otros sectores, diferentes al sector minero?
Cosmo, el argumento es vasto y los aspectos tantos. Yo pienso, ¡ojo no sueño! Con un país donde la gente tenga un buen nivel de educación y preparación, haga lo que haga. Pienso en un país donde haya oportunidades para desarrollar las propias ideas y donde la propiedad intelectual de las personas venga respetada. Porqué nos quieren quitar, a como de lugar, el concepto de “propio” … como si poseer cualquier cosa, intelectual o material, fuera un crimen. ¡Pienso en un país con un sistema de salud pública construida por los propios venezolanos … tenemos con que! Pienso en un país donde el concepto de solidaridad esté bien divorciado del concepto del control de la sociedad civil. No se me puede dar una caja de alimentos pretendiendo que eso sea el precio que un estado paga a un ciudadano para obtener un voto. Pienso en un país donde el merito sea la aguja de la balanza, donde quien se equivoca paga según las reglas de un código civil y/o penal, donde al entrar por la aduana no escuche un castellano con acento extranjero y donde no haya lugar para ninguna fuerza del terror y del crimen. Ya basta que subasten cada cosa de nuestro país día tras día.
¿Cómo salir de este estanco? No tengo la solución en la mano. Porque la solución, cuando habrá, será obra de un esfuerzo conjunto y bien lejos de ser manipulada por las redes. Lo único que puedo decirte es que la sociedad civil tiene y tendrá un rol importantísimo y debe ser la que se tendrá que empantalonar. Los esfuerzos hechos hasta ahora han fracasado, preguntémonos donde está la razón. Perseverar en las mismas estrategias fracasadas además de ser frustrante, es diabólico. ¿Cómo podemos creer a estas alturas en votaciones, en diálogos, en grupos de contacto, en resoluciones y en discursos? Una tiranía no conoce diplomacia. Te imaginas Cosmo, ¿que los aliados hubieran negociado con Hitler su salida del poder? ¿O que, en los Balcanes se dialogara cono los que promovían la “depuración de la raza”?
Para conocer el escenario más favorable de nuestro futuro, debemos conocer muy bien nuestra historia, nuestro pasado y la actual clase política venezolana es carente en este aspecto. Esta afirmación la he escuchado o leído a más de un venezolano, con un buen nivel de preparación en materia y estoy muy de acuerdo con ella. La excusa de la lucha de clases, de la desigualdad y de tantas otras cosas ha sido el alibi de muchas fuerzas políticas en Venezuela y en América Latina. Pienso que una sociedad civil y avanzada debe crecer en un ambiente sano y eso implica que las personas tengan calidad de vida y un sistema socioeconómico y político sano (léase separación de poderes, justicia imparcial, respeto de los derechos humanos, etc.). Si la sociedad civil no hará el esfuerzo de levantarse y coagular ideas e intentos, estamos destinados a desaparecer. Creo haya llegado la hora de juntar las fuerzas, lejos de falsos profetas y Mesías de la ultima hora. Porqué el camino a la recuperación no será ni breve y ni fácil.

[Cosmo]En lo que a mí respecta, tu análisis no hace una arruga, refleja parte de nuestra historia reciente, es interesante y realista. Como siempre digo, negar la realidad no cambia la verdad y ha llegado el momento de no deslumbrarse y confundirse con la canción habitual y ambigua de las sirenas.
No es pesimismo, es realismo.
Gracias Angela por tu importante intervención.

También lo pregunto a quienes leen, ¿qué les parece?

Cosmo de la Fuente
[se publicarán eventuales comentarios y textos si hechos con educación y no anónimos]





























1 comentario:

  1. L'articolo ed i commenti della dottoressa, rispecchiano a mio avviso la realtà che vive il paese, che è come un pendolo oscillando dalla disperazione assoluta all'assoluta e cieca fede dell'arrivo di un nuovo messia che lo liberi....

    ResponderBorrar