Risulta difficile ipotizzare quali possano essere gli scenari futuri del Venezuela. Ieri il prof. e politologo Edgardo Ricciuti, in poco più di 40 minuti, attraverso un live instagram, ha illustrato la situazione politica venezuelana. Un quadro allarmante visto attraverso gli occhi del fondatore del gruppo di Resistenza "Rumbo Libertad".
Risalta la completa sfiducia verso i partiti politici, che regolarmente, dice Ricciuti, si adeguano e non combattono per un cambio radicale.
La maggioranza dei venezuelani è convinto che Juan Guaidó avrebbe dovuto chiedere aiuto internazionale.
"Si ritengono democrati ma non ascoltano il volere dei cittadini" sostiene Ricciuti.
Per quanto riguarda la passività da parte delle forze militari venezuelane, le quali non sono -ancora- dalla parte del popolo, il politologo ha sottolineato: "per mettersi dalla parte dei cittadini in rivolta, i militari hanno bisogno di vederci chiaro, ci vuole una tattica, una strategia su cui contare".
Sicuramente un apporto importante potrebbe offrirlo un personaggio come Edgardo Ricciuti, fondatore di un movimento più radicale, certamente, ma che ci vede molto chiaro e, soprattutto, non ha peli sulla lingua.
Link al live in due parti
Prima parte Seconda parte
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Prima parte Seconda parte
Sono lontani i canti di giubilo che seguirono la nomina di Juan Guaidó Presidente ad interim del Venezuela. Il suo gradimento è andato scemando col passare dei mesi per via della sua staticità nel prendere iniziative e i sospetti riguardo gli aiuti internazionali la cui destinazione resta sconosciuta. A prescindere da questo Guaidó, purtroppo, rappresenta quell'opposizione che scende a patti con il regime di Maduro, cosa che disturba non poco i venezuelani, tant'è che da un'inchiesta risulta che l'80% dei venezuelani chiede che Donald Trump smetta di sostenere Guaidó.
Il giovane Presidente, legato a personaggi della "solita" politca, ha perso credibilità e fiducia da parte di chi vuole realmente uscire dal disastro in cui è piombato il Paese.
L'amministrazione del Presidente ad interim è conscia del calo di simpatie e prova a salvare il salvabile, invia la propria delegazione in giro per il mondo organizzando eventi e incontri per rinfrescarne il sentimento.
Da un'altra parte il Regime criminale di Maduro, attraverso i suoi rappresentanti ufficiali - in Italia, ma anche in tutto il mondo - organizza eventi e conferenze che non sono altro che propaganda di regime.
Oltre a quell'opposizione che scende a compromessi con il regime, vi è la posizione di María Corina Machado, coordinatrice di Vente Venezuela, di cui ho parlato in questo articolo, la quale si colloca fuori dalla tanto criticata coalizione MUD, si smarca dai negoziati e gli inutili dialoghi degli ultimi anni, e si pone come alternativa d'opposizione da cui si evince la collocazione filoamericana.
In quest'occasione, attraverso un articolo apparso su El Tiempo, approfondiamone la conscenza.
Uniti senza scendere mai a patti
con i corrotti.
E’ il messaggio forte, chiaro e diretto
di María Corina Machado.
La posizione di María Corina
Machado apprare chiara, e promette che non permetterà che individui che si spacciano per oppositori,
rubino il futuro del Venezuela. Ha confermato che Vente Venezuela, il partito di
cui è fondatrice e coordinatrice, non parteciperà a patti criminali, né
deviazioni dalla rotta verso la libertà. I venezuelani hanno diritto di
chiedere spiegazioni e trasparenza.
Nell’intervista rilasciata a El
Tiempo, Machado risponde ad alcune domande importanti, che gettano luce sulla
sua posizione, che non intende scendere a compromessi con il regime.
[ET] Sono passati tre anni dal plebiscito del 16 luglio 2017, quando quasi
8 milioni di venezuelani in tutto il mondo, seguendo la linea dell’opposizione
della MUD, ha espresso il suo voto. Che cosa è successo da quel momento, tra
te e il gruppo di cui fa parte il cosiddetto G4? Quando iniziano le azioni
che hai denunciato in questa lettera?
[MCM] Quel giorno, in un atto di
ribellione, di organizzazione civica senza precedenti, quasi 8 milioni di
venezuelani hanno dato un mandato molto chiaro, nel senso che la priorità per
salvare il Venezuela è di provocare l'uscita del regime criminale, smantellare
le mafie al potere e una serie di istruzioni molto precise alla direzione
politica, che rappresenta la legittima Assemblea Nazionale, per quanto riguarda
la procedura per raggiungere lo scopo prefissato.
E scartando, ovviamente, le
manovre e le trappole progettate dal regime, dai cubani, dai loro complici
internazionali, che stanno cercando di placare le forze interne, confondere gli
alleati internazionali e ovviamente ossigenare il regime di Maduro.
Sto parlando di frodi elettorali
sotto un regime usurpatore che non consente, poiché non esiste sovranità
nazionale, l’ esercizio della stessa e, naturalmente, ripetuti appelli e
iniziative del cosiddetto dialogo.
Abbiamo più volte chiarito che
questo regime non cederà il suo potere, né a causa della farsa elettorale, né a
causa di falsi dialoghi; e che esiste un’unica strada possibile.
Sfortunatamente, gli errori che
sono stati commessi, ripetuti, tra i rappresentanti dell’Assemblea Nazionale
legittima e in settori della leadership politica del paese hanno danneggiato
l'accelerazione e il progresso del processo di liberazione del Venezuela, ciò
che abbiamo chiamato OPE (Operazione di pace e stabilizzazione).
Nella vostra lettera (1) dite che le forze armate venezuelane non sono
state "in grado di reagire". C'è ancora la possibilità che lo facciano?
Ha senso continuare a lanciare appelli
alla Forze Armate Bolivariane?
Queste Forze Armate sono
contaminate fino al midollo da
istruzioni cubane, del regime di Fidel Castro. Violentate nella loro
istituzionalità, professionalità e dovere nei confronti della Repubblica,
restando al servizio di in un gruppo
politico e, in questo caso, di un’organizzazione criminale.
Sono in procinto di diluizione. I
nostri soldati muoiono di fame all'interno delle caserme mentre mogli e figli
muoiono di fame a casa. Oggi il numero di gruppi criminali è superiore a quello
dell'esercito stesso. Ma il peggio è il fatto che vengono spiati, seguiti e
attaccati.
Quando il cosiddetto Ministro
della Difesa, il signor (Vladimir) Padrino López, afferma: “mentre quelle forze
militari, armate, rivoluzionarie, antimperialiste e Chaviste sono al potere,
non ci sarà alcuna possibilità di cambiamento politico”, cosa possiamo
aspettarci?
Questo signore, purtroppo, sta
rivelando la verità ed ciò che segnaliamo da tempo, nel senso che se si dispone
del monopolio su armi, denaro, legge, giustizia, media e territorio, il tutto
nelle mani delle mafie, non si può parlare dell'esercizio della sovranità e è
impensabile che quello che faranno sarà un processo elettorale che porterà a
cambiamenti politici.
Sono convinta che nelle Forze
Armate esista un nucleo istituzionale, che rappresenta la maggioranza, ma che
al momento è stato neutralizzato e frammentato. Sono certa che nel momento in
cui si avvererà la liberazione del paese e l’espulsione dei criminali che oggi
posseggono il potere politico, anche le FA si liberaranno. Un gruppo molto
importante di uomini e donne, sia attivi che in pensione, sarà fondamentale per
neutralizzare e disattivare i gruppi criminali che si trovano in tutto il paese
per poi garantire un processo di istituzionalizzazione e costruzione della
nazione attraverso un periodo di transizione.
Pochi giorni dopo la pubblicazione della lettera, il presidente Donald
Trump ha detto che "qualcosa"
sarebbe accaduto in Venezuela e che gli Stati Uniti sarebbero stati fortemente
coinvolti. È questo ciò che ti aspetti quando insisti che i venezuelani da soli
non possono?
Molti discutono circa la
complessità dei rischi e dei costi di un'operazione di pace e stabilizzazione
sul Venezuela.
Chi è contrario a tale
operazione, dovrebbe fare una valutazione approfondita dei costi, in termini di
vita per i venezuelani, nonché in termini di distruzione istituzionale di tutte
le democrazie liberali di questo emisfero, perché è in corso un processo di
destabilizzazione. Colombia, Ecuador, Perù, Cile lo hanno vissuto l'anno scorso,
mentre il Brasile e persino gli Stati Uniti lo stanno vivendo oggi.
Tra gli episodi che, secondo te, hanno spezzato la fiducia dei
venezuelani nei confronti di Guaidó, spiccano le designazioni a Monómeros
Colombo Venezolanos e a CITGO, le risorse più importanti del Venezuela
all'estero. Quali irregolarità hai riscontrato?
Ci troviamo in una fase in cui
noi venezuelani abbiamo tutto il diritto di chiedere assoluta trasparenza e
responsabilità, non solo nel caso di Citgo, di Monómeros, di cui abbiamo
chiesto informazioni, ma nel rigoroso rispetto della legge venezuelana. Bisogna
capire che oggi più che mai è giusto che il governo ad interim sia sotto la
lente d’ingrandimento della società venezuelana come dovrebbe essere.
Le critiche e le richieste non
indeboliscono la via della forza, al contrario, la rinforza.
Ad indebolire questa lotta sono
gli errori e le operazioni eseguite alle
spalle del paese.
Come ad esempio l'anno scorso, 11
mesi di dialogo sotto gli auspici del governo norvegese, a Oslo e alle
Barbados, e cosa incredibile sia i venezuelani che diversi alleati importanti,
capi di Stato, alleati dal Venezuela, ne sono venuti a conoscenza attraverso i
social network.
Ciò è inconcepibile perché mina
un rapporto di fiducia a seguito
dell'applicazione del 233 e la creazione del governo ad interim.
Da segnalare anche l'emissione, da parte dei deputati dell'opposizione,
di certificati di buona condotta a favore di una rete guidata dall'uomo di
Barranquilla arrestato a Capo Verde, Alex Saab. Oltre ad essi, secondo le
informazioni del portale Armando.Info, ci sarebbe anche un membro della “Fracción
16 de Julio”. C'è chi parla di doppia morale. Cosa può dirmi a riguardo?
I deputati della Fracción 16 de
Julio siamo sempre stati chiari sul fatto che tutta la verità deve venir fuori.
Ogni venezuelano che in questo o
in qualsiasi altro caso, sia stato coinvolto in un'attività irregolare e/o
collegamenti con le mafie o con i soldi dei venezuelani deve affrontare la
giustizia in modo implacabile.
L'AN sta conducendo un'indagine
su questo caso in seno alla commissione di auditoria, e le informazioni che
disponiamo sono che, esiste già una conclusione dell’AN riguardo il deputato
(José Luis) Pirela , che fa parte della sezione 16 luglio, il quale viene assolto totalmente da tali collegamenti con
queste informazioni con cui è accusato.
Questa è stata la nostra
posizione ferma e inequivocabile. Tutta la verità deve essere conosciuta. Tutto
deve essere studiato. E questa continuerà ad essere la nostra posizione. Saremo
anche più solidi, più implacabili in questa materia con le persone più vicine
al nostro lavoro e ai nostri team.
Gli analisti politici hanno sottolineato la necessità che l'opposizione
venezuelana si unisca nuovamente attorno a un programma comune, da promuovere
agli alleati internazionali. Sarebbe disposta di unire la sua lotta con quella
della squadra guidata da Guaidó? In quali condizioni?
I venezuelani non sono mai stati
uniti come oggi. Mai. È nell'interesse del regime dire al mondo che qui c'è una
società polarizzata, che ci sono divisioni. No. Qui non ci sono né divisioni né
dubbi.
Quello che non faremo è stabilire
patti con complici o con persone corrotte. Perché una persona corrotta non
combatterà mai la corruzione e la corruzione è la base, l'inizio, del processo
di distruzione morale, istituzionale, economica, sociale, umana e familiare che
il Venezuela sta vivendo oggi.
Continuiamo ad essere uniti al
popolo venezuelano con un'unica rotta. Coloro che hanno cambiato strada, ed è
già successo il 5 gennaio (quest'anno, quando era prevista la giuramento
annuale della direttiva AN), quanti membri di quel gruppo poi denominato il G4,
si lasciato comprare dal regime. Un gruppo invaso dai tentacoli del regime.
Ci sono persone che fanno molti
soldi nel distruggere il Venezuela e guadagni prodotti dell'estorsione, del
ricatto, della minaccia che il regime mette in atto.
Ho piena fiducia nei venezuelani,
il quadro è chiaro ormai, si sa chi è
chi, non cadremo più nelle trappole ed è il momento in cui coloro che sono
sotto pressione o che hanno esitato a cedere alla tirannia, sanno che imporremo
la verità, la giustizia e la liberazione del Venezuela.
I nostri principali alleati di
occidente non possono permettere a un'enclave di rimanere nel cuore di questo
emisfero dove c'è la presenza di regimi criminali come la Siria, la Turchia,
l'Iran con i loro alleati, che agiscono duramente sulla geopolitica, come Cina
e Russia. L’installazione di loro basi
militari in Venezuela, sponsorizzare il
traffico di droga, il terrorismo, il riciclaggio di denaro e tutte le attività
criminali che minano non solo le istituzioni e il sistema finanziario
venezuelano, già distrutto, ma quella della Colombia stessa e degli altri paesi
alleati.
Intervistata da “Impacto
Venezuela” (video), Machado da dichiarato:
“C’è stato un grande errore da
parte dell’amministrazione della presidenza ad interim. Non ha inviato un chiaro
messaggio ai venezuelani, al regime e agli alleati internazionali. Ancora oggi
non si capisce quale sia il progetto di Juan Guaidó. Una cosa è certa, da parte
mia non riconosco i partiti “oppositori” del cosiddetto G4, quelli che hanno negoziato con il regime di Maduro” ha
aggiunto Machado.
Lettera
“Al servizio della verità. Una richiesta di riflessione”. di richiamo
all’opposizione firmata da María Corina Machado, Antonio Ledezma, Diego Arria,
Humberto Calderón Berti, Carlos Ortega, Enrique Aristeguieta Gramcko.
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