Il M5S sempre più simile al PSUV (Il partito della dittatura
venezuelana). Rinnega tutti i punti che lo caratterizza e i suoi ‘cavalli di battaglia’ grazie ai
quali ha ottenuto, nel 2018, il mandato da parte degli elettori. Oggi la vera
casta.
La volontà di ridurre il numero dei parlamentari, inoltre, è
un chiaro segno di voler scavalcare la volontà popolare per mantenersi al
potere. Sono le stesse mosse attraverso le quali il chavismo venezuelano
cominciò a radicalizzarsi, sbandierando slogan populisti sull’onestà. Sì,
proprio quell’onestà che i grillini dicevano di rappresentare contro la
politica corrotta di cui, ormai, sono parte integrante.
Tralasciando il discorso sulla valigetta con 3,5 milioni di
euro finanziati al movimento dal regime venezuelano, di cui non si parla più
per l’ordine di tacere arrivato dall’alto, malgrado non ci siano state delle
vere giustificazioni se non quella che nel 2010 non erano ancora un partito (dichiarazionesmentita dal tribunale di Napoli), la ricandidatura della sindaca di Roma, Virginia
Raggi, cancella sfacciatamente anche una delle più importanti promesse, quella
di poter stare in carica soltanto per due mandati. In poche parole, rinnegano
se stessi e voltano le spalle a chi ha creduto in loro.
Come pubblica OPEN “è
la situazione identica a quella dell’ex sindaco di Pomezia Fabio Fucci, espulso
nel 2018 dal M5s, e che si trovò nella condizione di non potersi ricandidare
per un secondo mandato, dopo essere stato consigliere (per appena un anno e
mezzo). A quei tempi il dogmatismo era talmente forte da impedire a un sindaco,
che a detta di molti aveva lavorato bene, di proseguire il suo lavoro. Oggi,
che il dogmatismo si sta incrinando, si lavora per la ricandidatura di una
sindaca che, a detta di molti, non ha particolarmente brillato, seppure in un
contesto estremamente difficile”.
Crimi, il segretario del M5S prova a giustificarsi così: “Un
eventuale cambiamento non è da intendersi come una deroga o passo indietro sui
nostri principi (per noi la politica sarà sempre essere al servizio dei
cittadini e del Paese e non per se stessi)”. Ma chi è disposto a crederci? Di
quali principi sta parlando Crimi? Smettiamola di farci prendere in giro.
Attraverso la piattaforma Russeau e a mosse che non guardano
in faccia a nessuno, intendono mettere mano in tutte le istituzioni partendo dal
centro dello Stato, Roma, per arrivare in tutta l’Italia, alleandosi con il PD per
un processo, a dir poco inquietante, con cui non a lungo proveranno a mettere
mano alla Costituzione, un brutto capitolo per la democrazia, con l’obiettivo
di dar vita a un totalitarismo in stile sudamericano. Uno dopo l’altro sembrano
i fatti più tristi che hanno segnato il Venezuela. Durante l’evento del “Villaggio Russeau” hanno parlato
di modifiche alla Costituzione. Sì perché quella sull'«introduzione del
principio di laicità della Repubblica» è stata una delle proposte al centro del
dibattito.
Attraverso un ddl presentato al Senato alla fine di giugno
si prevede una modifica al primo
articolo della Costituzione, che diventerebbe così: “L'Italia è una Repubblica
democratica e laica, fondata sul lavoro». Un provvedimento per tutelare «chi
professa il proprio ateismo”. La domanda
sorge spontanea: laica per poi diventare mussulmana? Non sarebbe da stupirsi
visto la vicinanza grillina con l’Iran. [Il Giornale].
La morte della regola dei due mandati, non è che il primo
passo strategico per applicare tale regola anche su scala nazionale e non
soltanto regionale. Cosa succederà nelle elezioni amministrative? Attualmente
non potrebbero ricandidarsi molti rappresentanti grillini, come Di Maio,
Bonafede, Manlio Di Stefano e molti altri. Ma siamo certi che troveranno ancora
un escamotage per rimanere al potere stravolgendo e rinnegando, per l’ennesima
volta, tutte le promesse fatte agli italiani i quali, sostenendo il M5S, si
ritroveranno come i venezuelani, con una
piccola rappresentanza in Parlamento.
Sempre più simili a Nicolás Maduro, il tiranno sostenuto dai
pentastellati.
La “rivoluzione” (termine caro a Di Battista e Di Stefano) di
ferragosto segna la possibilità del triplo o multiplo mandato e di allearsi con
quelli che fino a un anno fa rappresentavano i nemici del M5S, il PD. Hanno
rinnegato Casaleggio, chissà se con il beneplacito del figlio.
Come fanno a prendere decisioni in base a voti online su una
piattaforma nelle mani del M5S?
Critico nei confronti
del voto online sulla piattaforma Russeau, anche Cesare Mirabelli. L'ex
presidente della Corte costituzionale, alla Stampa, ha dichiarato: "Se c'è
questa adesione suppostamente popolare, il Capo dello Stato potrebbe poi
prendere posizioni diverse? È chiaro che il quesito sulla piattaforma telematica
è di assoluta genericità".
"Non è incostituzionale in sé, ma mi sembra contro lo
spirito della Carta far diventare la piattaforma Rousseau, o un'altra simile,
uno strumento per l'esercizio della sovranità", ha spiegato a Repubblica
Giovanni Maria Flick. I costituzionalisti si dicono così contro il voto sulla
piattaforma pentastellata voluto da Di Maio.
Le amare conclusioni.
Parlavano di rinnovamento della politica, giuravano che non
si sarebbero alleati con nessuno, promettevano che nessuno poteva avere oltre
un mandato, garantivano che qualunque fosse indagato sarebbe stato costretto a
dimettersi e, invece, nonostante siano indagati, sono sempre lì.
Oggi si sono “evoluti” dicono, sono un vero e proprio partito
politico, del genere che, fino a qualche anno fa, volevano eliminare.
Per mantenere un posto al potere, fanno di tutto per allontanare
possibili elezioni e passo dopo passo hanno confezionato un partito che
accarezza l’idea di una giovane dittatura alla venezuelana che potrebbe
diventare un grosso problema per la democrazia italiana. Tagliando il numero dei parlamentari, potranno decidere tra pochi intimi, anche di
mettere mano alla Costituzione, come lo hanno più volte dichiarato. Hanno l’esempio
del loro amico Maduro, posseggono il manuale “come diventare una dittatura
moderna senza far rumore”.
Se si aggiunge il sostegno dei pentastellati all’espansionismo
cinese e all’Iran, il gioco è fatto e
servito.
Si salvi chi può!
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