Dopo 21
anni al potere, il chavismo ha raggiunto un grado di coesione interna
sufficiente a concentrare le forze attorno alla leadership totalitarista che
Hugo Chávez ha lasciato in eredità al suo autista e amico Nicolás Maduro. Il
criminale al guadagnato la lealtà delle
forze armate, attraverso la sua incorporazione nella gestione del governo, e ha
perfezionato i metodi di controllo socio-politico della popolazione,
neutralizzando l'indipendenza delle istituzioni statali. Questi fattori hanno
contribuito che il Chavismo nel 2019 inaugurasse
un nuovo e controverso mandato, nonostante sia stato il motivo del disastro
economico e umanitario del Venezuela, una crisi tra le più gravi della storia
recente dell'America Latina.
L'iperinflazione
è alle stelle, attualmente supera l’840%, rende impossibile mantenere il trasporto
urbano. Di conseguenza, circa il 90% della flotta del trasporto urbano, per lo
più privata, è paralizzata. Sono proibitivi anche l'acquisto di mezzi di
produzione e la riparazione di macchine agricole, tanto che la produzione
alimentare nazionale è stata ridotta al punto da coprire solo il 15% della
domanda, provocando una carenza di prodotti di base che supera l’80%. Con l’attuale
mancanza di carburante, i prodotti non possono essere trasportati e marciscono
mentre la gente muore di fame. Ma per la casta chavista ci ha pensato l’amico
IRAN, installando supermercati di lusso, a prezzi proibitivi per i venezuelani “normali”
in cui si accettano soltanto i dollari.
Nel
tentativo di contrastare le devastazioni dell'iperinflazione e facilitare le
transazioni economiche, a metà del 2018 il regime decise due misure: la
riconversione del cono monetario e l'aumento del salario minimo, ma l'impatto
di queste misure sul potere d'acquisto è stato terrificante al punto da essere
necessari moltissimi salari minimi per coprire le spese mensili di base per il
cibo di una famiglia. La prova che la popolazione è sull'orlo della
sopravvivenza è l'esodo dei venezuelani. Secondo l'UNHCR, più di cinque milioni
hanno lasciato il Paese tra il 2015 e il 2020.
La
recessione economica è stata il catalizzatore della perdita del sostegno
popolare al chavismo, raggruppato nella coalizione del Gran Polo Patriótico, di
cui il PSUV è il partito di maggioranza. Nelle elezioni presidenziali del 2013,
accelerate dalla morte di Chávez, nonostante i brogli e le intimidazioni, Maduro
riuscì a malapena a vincere con un margine dell'1,49% Henrique Capriles,
candidato dell'opposizione raggruppato nel Tavolo dell'Unità Democratica (MUD).
Due anni dopo, la MUD (opposizione) vinse con il 65,27% dei voti la maggioranza all'Assemblea
Nazionale (AN), il Congresso venezuelano a cui la costituzione chavista cambiò
nome nel 1999. La vittoria di Maduro su Capriles fu un chiaro imbroglio
elettorale e il popolo scese in strada con l’intenzione di recarsi al palazzo
presidenziale, ma Capriles, vigliaccamente, accettò le proposte del regime e
bloccò qualsiasi protesta. Non gli fu mai perdonato e, negli ultimi giorni, si
è dimostrato essere un falso oppositore, a seguito del suo incontro con i
vertici del regime turco. Buona parte dell’opposizione vicina a
Guaidó, ha perso il consenso popolare per via degli incontri segreti con il
regime e dei patti stipulati con il dittatore, fatto denunciato da molti,
celato dietro articoli di giornalisti consenzienti.
(Tra i
tanti fattori che contribuiscono al mantenimento di questi regimi, vi sono
alcuni che, in un modo o nell’altro, si stanno applicando anche in Italia,
grazie soprattutto al M5S).
Il Regime di Maduro non riuscì a nascondere i milioni di voti in favore della MUD.
La
vittoria della MUD alle elezioni parlamentari del 2015 ha segnato la prima
volta che il chavismo ha perso la maggioranza in Assemblea, nonostante il
sistema di controllo socio-politico messo in atto da Chávez e rafforzato da
Maduro. Tuttavia, con i restanti poteri pubblici significativamente infiltrati
dal ramo esecutivo, divenne presto chiaro che la camera avrebbe avuto le mani
legate. Il potere giudiziario è nelle mani del regime e lavora per Maduro. Cosa
possiamo aspettarci?
La
magistratura è stata uno strumento chiave del narco-regime per scavalcare il
Parlamento. Prima di cedere il passo ai nuovi parlamentari, la maggioranza
chavista uscente ha nominato, in sessioni straordinarie, 13 dei 32 magistrati
che compongono la Corte Suprema di Giustizia (TSJ). Una volta insediata, la
nuova assemblea di maggioranza dell'opposizione ha formato una commissione per
indagare sulle presunte irregolarità in quelle nomine. Inoltre, ha proceduto a
giurare in tre deputati che il TSJ ha accusato di frode elettorale. Da allora,
il TSJ ha ripetutamente ostacolato o annullato le decisioni dell'Assemblea.
Insomma, il vero scopo era quello di indebolire e annullare il Parlamento. (Cosa
ci fa pensare questo se non il tentativo di rendere innocuo il Parlamento
italiano attraverso il Referendum di Settembre in cui i cinquestelle sperano
vinca il Sì? Ecco perché qualunque persona che analizzi a fondo questo
referendum e che non si accontenti del populismo da quattro soldi, dovrebbe
votare NO al taglio dei parlamentari. Le balle dei pentastellati somigliano
molto a quelle usate dal Chavismo ai suoi albori).
Cos’accadde,
poi, in Venezuela?
Nel marzo
2017 la Corte invalidò l'Assemblea legittimamente eletta ed assunse l'esercizio delle sue funzioni, facendo definitivamente sparire la già diminuita separazione dei poteri. Il
colpo finale alle istituzioni democratiche avvenne con la nomina
dell'Assemblea Nazionale Costituente (di qualcosa di simile aveva parlato anche
Di Battista per l’Italia, ricordate?) promossa da Maduro. Questo potere
plenipotenziario, così come è stato definito dal suo presidente, è stato
convocato nel maggio 2017 senza seguire le procedure previste dalla
Costituzione, e i suoi membri sono stati eletti in un processo indicato come
fraudolento anche da Smartmatic, la società responsabile della sua organizzazione.
Attualmente,
l'Assemblea nazionale manca di potere reale. Si è consolidata la mancanza di
indipendenza delle istituzioni che, secondo l'attuale Costituzione, devono
essere vigilanti del potere esecutivo. L'ANCostituente ha de facto nominato Procuratore
Generale della Repubblica Tarek William Saab, ex deputato del PSUV, è uno
dei più antichi collaboratori di Chávez. Inoltre di fatto sono stati nominati
il presidente della Banca Centrale e il Presidente della Corte dei conti. Il
TSJ illegittimo è stato determinante nell'influenzare il presidente anche nel
Consiglio elettorale nazionale, che garantisce la trasparenza dei processi
elettorali. Due dei suoi cinque rettori furono nominati dalla Corte, usurpando
le responsabilità dell'Assemblea.
Nonostante
le condizioni avverse, sia economicamente che politicamente, la coalizione
chavista è stata in grado di unificarsi attorno allo scopo vitale di
controllare il potere, e Maduro, seguendo i consigli di Cuba, ha mostrato la
leadership necessaria a tale scopo. Questa leadership non è da sottovalutare,
vista la complessità della composizione di detta coalizione, composta da
diversi partiti politici, movimenti sociali di varia natura e in cui le Forze
Armate giocano un ruolo importante.
Maduro ha
incluso nel PSUV il presidente dell'ANC (illegittima), Diosdado Cabello, uno
dei compagni più fedeli di Chávez, su cui pende un mandato di cattura
degli Stati Uniti per narcotraffico internazionale. Inoltre, Maduro è stato
efficace nell'avanzare un processo di "depurazione" nel partito.
Un
aspetto chiave della coesione interna del chavismo è il sostegno del settore
militare alla rivoluzione bolivariana. Questo fenomeno è spiegato dalle radici
stesse del processo rivoluzionario, che si possono trovare nei due tentativi di
colpo di stato militari condotti da Chávez e da un gruppo di ufficiali nel
1992. Lo stesso Chávez, dal suo primo mandato nel 1999, ha giustificato la
leadership del settore militare sottolineando il carattere civico-militare
della rivoluzione socialista. Nel caso venezuelano, il chavismo è riuscito a
trasformare l'esercito nell'ala armata del processo rivoluzionario,
contravvenendo alle disposizioni costituzionali che stabiliscono specificamente
la natura apolitica dell'istituzione militare. (Cosa accadrebbe in Italia se
restasse nelle mani di coloro, che non hanno mai fatto mistero del loro
sostegno alla dittatura di Maduro?)
In questo
campo è evidente il consiglio del regime cubano, modello paradigmatico in
America Latina nell'uso dell'istituzione militare a fini politici. Questo
modello ha come caratteristica particolare l'incorporazione del segmento
militare nella gestione dello Stato, in particolare in aree strategiche e
altamente redditizie, dove godono di autonomia amministrativa, senza alcun tipo
di controllo o supervisione da parte delle autorità competenti in qualsiasi
democrazia moderna. Nella dispotica amministrazione Maduro, questa tendenza si
è approfondita al punto da incorporare i militari nella gestione di aree di
business emergenti, come il caso dell'estrazione di oro e diamanti negli stati
meridionali del paese, e nelle aree gestione strategica dello stato. Così, la
presidenza della compagnia petrolifera statale (PDVSA) e i ministeri
dell'Interno, dell'agricoltura, dell'edilizia abitativa e dell'alimentazione
sono guidati dai militari.
Questa
politica di incentivi all'acquisto di fedeltà è completata da un'altra di
natura repressiva, volta a controllare il dissenso interno. Secondo
l'organizzazione venezuelana per la giustizia, nel 2018 60 funzionari militari
sono stati arrestati senza alcuna indagine preventiva nei loro confronti e
senza aver seguito le procedure legali.
Dopo la
sconfitta alle elezioni parlamentari del 2015, gli strateghi del chavismo erano
consapevoli di aver perso la loro egemonia politica e che erano necessari
cambiamenti nella loro strategia di controllo sociale per preservare la loro
base di appoggio. Questa nuova strategia si basava sul miglioramento dei
meccanismi di mecenatismo politico, come i programmi sociali per sovvenzionare
i consumi e il Carnet de la Patria,
un documento di identità parallelo creato nel 2017, indispensabile per accedere
a determinati aiuti economici. Non vi sembra sia familiare anche in Italia
questo “nuovo” concetto?
La
strategia madurista utilizza un quadro organizzativo, con vari livelli di
istituzionalizzazione e collegamento con l'apparato statale, in cui il PSUV
costituisce l'asse di articolazione: Circoli Bolivariani; "Collettivi
chavisti", sindacati, consigli di comunità, comitati locali di fornitura e
produzione (CLAP), Fronte Francisco de Miranda, Fronte della gioventù bolivariana,
Classe media rivoluzionaria e Unità da battaglia Bolívar Chávez (UBCh), tra gli
altri. Nell'amministrazione di Maduro, l'asse centrale della strategia si
concentra sulla distribuzione di cibo sovvenzionato di casa in casa attraverso
i CLAP, che è diventato il principale programma sociale del governo. Pertanto,
la grave crisi socioeconomica in Venezuela, che è una conseguenza delle
politiche dei governi chavisti, sembra contribuire all'efficacia del CLAP come
meccanismo di controllo sociale.
Fane e disperazione,
e chi controlla il cibo controlla la fame dei cittadini. A questo si deve
aggiungere una certa tecnologia che ha dimostrato la sua efficacia è proprio il
Carnet de la Patria che opera come meccanismo di controllo della fame, una
tessera, un'operazione certamente sofisticata di manipolazione della fame e
coercizione tecnologica. Maduro è riuscito a convertire la fame che ha causato
una fortezza elettorale.
Nel 2007,
il regime venezuelano decise di non rinnovare la concessione di trasmissione a RCTV,
una delle principali reti televisive private in Venezuela. Andrés Izarra, che
in tre occasioni è stato Ministro delle Comunicazioni dei governi di Chávez, stabilì una "egemonia comunicativa e informativa in senso
gramcsiano", per garantire che i valori e il pensiero socialisti fossero
predominanti . Secondo Izarra, l'egemonia sarebbe raggiunta espandendo e
rafforzando i media statali.
Attraverso
il monopolio della carta, l'esecutivo limitò la produzione della carta
stampata fino a costringerne la chiusura di 41 tra il 2013 e il 2018. Allo
stesso modo, nel corso degli anni decine di emittenti radiofoniche sono state revocate o negato il
rinnovo della concessione e canali televisivi presumibilmente critici nei confronti
del regime, che è persino riuscito a eliminare dalle reti televisive in
abbonamento diversi canali stranieri - tra cui la CNN e il colombiano Caracol -
che ha accusato di pregiudizi antigovernativi.
Allo
stesso tempo, a partire da Chávez, il governo chavista ha cercato altri modi
per influenzare le informazioni che i venezuelani ricevono. Da un lato, alcuni
dei più importanti media privati in Venezuela sono stati acquisiti da gruppi
imprenditoriali legati al potere; l'autocensura, se non un evidente pregiudizio,
è comune nelle fonti di informazione popolari. Chávez, invece, istituzionalizzò
l'uso arbitrario delle cosiddette “catene nazionali”(cadenas) trasmissioni congiunte e obbligatorie per tutti i media
audiovisivi riservate ad annunci eccezionali, ma che utilizzava
indiscriminatamente per discorsi irrilevanti, della durata di ore, a volte più
volte al giorno. Maduro ha continuato la tradizione, accumulando ore ed ore di discorsi obbligatori in onda. I venezuelani
che non hanno accesso alla televisione in abbonamento non possono sfuggire alla
propaganda costante del Regime.
Il
movimento di opposizione è un conglomerato diversificato e disperso di partiti
politici, forze sociali e organizzazioni della società civile, articolato
congiuntamente per scopi elettorali nella MUD. Il suo trionfo alle elezioni
dell'Assemblea nazionale del 2015 ha sollevato una nuova correlazione di forze
che ha aperto la possibilità di sfrattare Maduro dal potere utilizzando la
procedura costituzionale del referendum di revoca del suo mandato per la fine
del 2016. Ma il chavismo ha segnato i tempi di la lotta politica con una
strategia intelligente dispiegata in diversi scenari: verificata la sua
debolezza elettorale, ha annullato completamente questo scenario nodale di vita
democratica attraverso disposizioni giuridiche arbitrarie ottenute grazie al
controllo della magistratura. È così che il referendum di revoca è stato
paralizzato e le elezioni regionali sono state ingiustificatamente rinviate. Il
movimento della MUD è quello che oggi viene contestato dalla maggioranza dei
venezuelani perché ritenuto incapace di affrontare Maduro e anche per aver dialogato - decine di volte - e sceso a patti con la dittatura in più di un’occasione. In realtà non è una
comune dittatura, ma una vera e propria narco-tirannia di stampo mafioso. Un
paese messo sotto sequestro da una cupola di criminali.
Con
queste decisioni, il despota ha dimostrato il suo controllo sull'organo
elettorale e il substrato della sua strategia politica: non consentirebbe
elezioni veramente competitive dove sono in gioco dimensioni chiave del potere
politico. Mentre guadagnava tempo, anche grazie alla staticità dell’opposizione,
Maduro ha perfezionato i suoi meccanismi per la cooptazione dei clienti
attraverso programmi sociali e ha dispiegato iniziative politiche in altri
contesti. Invalidando la Assemblea Nazionale legittima dichiarandola fuori
dalla legalità, importanti leader dell'opposizione sono stati arrestati senza
il rispetto del giusto processo e l'istituzione arbitraria dell'ANC,
l'esecutivo è riuscito a logorare il movimento di opposizione, che è stato
lasciato senza strategia quando la via elettorale è stata chiusa. In questo modo Maduro ha portato fuori dal
campo dove era più forte l'avversario e praticamente lo ha spinto nel campo
della protesta di strada, dove è riuscito a controllarlo attraverso l'uso della
forza repressiva dello Stato. Ha utilizzato tutti i mezzi di repressione,
arrivando all’omicidio di Stato di manifestanti pacifici.
Nel 2015
la volontà del Regime di aumentare la repressione è stata rivelata da una
risoluzione del Ministero della Difesa in cui i componenti delle Forze Armate
erano autorizzati a partecipare al mantenimento dell'ordine in assemblee
pubbliche e manifestazioni e ad utilizzare le armi da fuoco per questo scopo.
Nelle manifestazioni del 2017, la Guardia Nazionale Bolivariana ha fatto pieno
uso di questa autorizzazione, sparando contro i manifestanti con gas
lacrimogeni, pallini e sfere di vetro a distanza ravvicinata. Ci sono numerose
testimonianze grafiche, così come rapporti di Amnesty International e delle
Nazioni Unite, sull'uso di armi da fuoco direttamente contro i manifestanti,
tra le altre violazioni dei diritti umani.
La
debolezza dell’opposizione
Optando
per la protesta e la mobilitazione di piazza per costringere il governo a
rettificare, l'opposizione ha perso di vista gli altri scenari di azione.
Questa mancanza di visione strategica ha portato alla disconnessione con
importanti settori della popolazione. Una volta bloccati i canali
costituzionali, la MUD non ha articolato una strategia coerente per costruire
una solida maggioranza sociale in grado di cacciare Maduro dal potere.
Questa
debolezza ha portato l'opposizione a due errori fondamentali nella lotta
politica: da un lato ne ha sovrastimato la forza, ipotizzando che la
maggioranza elettorale raggiunta a fine 2015 fosse solida e coerente, e si
sarebbe tradotta in un definitivo crollo della base, sostegno sociale del
chavismo. D'altra parte, non ha compreso la deriva autoritaria dell'avversario,
ignorando che la dirigenza chavista aveva deciso di utilizzare tutte le risorse,
comprese quelle extracostituzionali, per rimanere al potere.
Fino
all'ascesa di Juan Guaidó, l'opposizione venezuelana viveva una crisi di
rappresentatività. Il Presidente ad interim, fu accolto come il nuovo libertador.
Le principali organizzazioni politiche hanno avuto poca
influenza sull'elettorato, i loro principali leader apparivano esausti e privi
della capacità di incanalare verso il Governo l'evidente rifiuto della
popolazione. Allo stesso modo, il chavismo era riuscito a neutralizzare quasi
completamente l'Assemblea nazionale, l'unica sfera di potere istituzionale in
cui l'opposizione aveva ancora la maggioranza. Come sottolineato dall'analista
John Magdaleno, che ha condotto studi sui processi di transizione dai regimi
autoritari alla democrazia, l'opposizione ha commesso un errore di calcolo nel
2017, quando ha dato priorità esclusivamente alla protesta e ha trascurato
altri scenari di lotta politica, in modo che non è riuscito a abbattere
notevolmente la coalizione dominante. Oggi il Parlamento è stato degradato dal
regime, gli è stato tolto anche il Palazzo istituzionale. Guaidó viene
contestato dalla maggioranza dei venezuelani per la sua inattività, per non
aver approfittato del suo riconoscimento da parte di 60 paesi del mondo e di
aver, in qualche modo, incluso nel suo gruppo elementi corrotti che sono scesi
a patti con Maduro.
La
popolazione venezuelana è controllata dal regime di Maduro. Un modo per
esercitare questo controllo è stato quello di legare la partecipazione
politica. Per questo si sono avvalse delle istituzioni e degli organi di
sicurezza dello Stato, che agiscono con totale arbitrarietà. Di fronte a questo
scenario come si fa ancora a parlare di dialoghi, di elezioni libere e di
proteste in strada? Chi parla di dialoghi da effettuarsi con un’organizzazione
criminale, come quella al potere in Venezuela, o ignora completamente la realtà
o è in malafede.
Un'altra
forma di controllo è il clientelismo, non solo all'interno dell'apparato
pubblico, ma anche dal Regime come fornitore da cui i cittadini dipendono per
qualcosa di primario come la sussistenza. La necessità ha condizionato le
decisioni politiche dei venezuelani, che si arrendono al voto seguendo le linee
guida della tirannia in cambio di beni e servizi che da anni non erano
disponibili da altre fonti. Ma anche gli aiuti statali sono attualmente scarsi
e insufficienti. La maggioranza della popolazione venezuelana vive in povertà,
secondo un rapporto dell'organizzazione Codevida. Pertanto, la maggior parte
dei venezuelani ha la sopravvivenza come obiettivo quotidiano. Ha bisogno di un
aiuto concreto che potrebbe giungere solo attraverso atti decisi internazionali.
Sono ben
pochi i venezuelani che credono nelle prossime elezioni. Le voci della
cosiddetta resistenza venezuelana non crede più a nessun attore politico,
poiché ritengono che il seme chavista alberghi in tutti i leader politici dell’opposizione.
MariaCorina Machado promuove l’OPE (Operazione di Pace e stabilità) come unica
alternativa attraverso "una
coalizione internazionale che schieri un'operazione di pace e stabilizzazione
in Venezuela". Non accetta altre false elezioni, inutili dialoghi e ulteriori consultazioni che non sono altro che una perdita di tempo. Rifiuta elezioni in dittatura, inutili dialoghi e nuove assurde consultazioni.
EdgardoRicciuti fondatore del Movimento libertario Rumbo Libertad ha espresso su
questo portale alcune idee molto interessanti. Sempre più numerose le voci che
ritengono che l’unica via d’uscita sia quella di azzerare la cupula mafiosa
al potere ma anche i rappresentanti di quella
che considerano una falsa opposizione la quale, da oltre vent’anni, ossigena e
mantiene al potere il chavismo.
Juan Guaidó, ormai ha perso il consenso e, soltanto ora chiede unità fra tutti i rappresentanti dell'opposizione. Ma la vera opposizione certo non si unirà mai con chi è rimasto immobile pur potendo agire a fronte del riconoscimento da parte di molti paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti.
La falsa
opposizione che arriva ovunque all'estero, anche grazie ad alcune associazioni che, sotto la
facciata umanitaria, non fanno che portare avanti il socialismo targato Juan
Guaidó. S’infiltrano ogni dove creando danni e facendo confusione. L’immagine più sbagliata che si
possa avere, proprio in questo momento, per chi si è smarcato completamente
dalla falsa opposizione di cui sopra.
Il fallimento dell’opposizione ha
installato nella coscienza collettiva di gran parte della popolazione, la
sensazione che il cambiamento politico sia quasi impossibile. Un copione
studiato e applicato da altri paesi, in primis Cuba.
@cosmodelafuente
[Fonti d'informazione]
CIDOB
OPE
----------------
Luego de 21 años en el poder, el
chavismo ha alcanzado un grado de cohesión interna suficiente para concentrar
fuerzas en torno al liderazgo totalitario que Hugo Chávez dejó a su chofer y
amigo Nicolás Maduro. El criminal se ganó la lealtad de las fuerzas armadas, a
través de su incorporación a la gestión gubernamental, y perfeccionó los
métodos de control sociopolítico de la población, neutralizando la
independencia de las instituciones estatales.
La hiperinflación se está
disparando, actualmente más del 840%, lo que imposibilita el mantenimiento del
transporte urbano. Como resultado, alrededor del 90% de la flota de transporte
urbano, en su mayoría privada, está paralizada. Pero para la
casta chavista se encargó el amigo IRÁN, instalando supermercados de lujo, a
precios prohibitivos para los venezolanos "normales" donde solo se
aceptan dólares. Entre los muchos factores que contribuyen al mantenimiento de
estos regímenes, hay algunos que, de una forma u otra, también se están
aplicando en Italia, gracias sobre todo al M5E.
Las posiciones más importantes al
momento son:
Maria Corina Machado promueve OPE (Operación por la Paz y la Estabilidad) como la única alternativa a través
de "una coalición internacional que despliega una operación de paz y
estabilización en Venezuela". No acepta más farsas electorales, diálogos
inútiles y más consultas que no son más que una pérdida de tiempo.
Edgardo Ricciuti, fundador del
movimiento libertario Rumbo Libertad, expresó algunas ideas muy interesantes en
este portal. Cada vez son más las voces que creen que la única salida es
despejar a la cúpula mafiosa en el poder pero también sacar a los representantes de
lo que consideran una falsa oposición que, desde hace más de veinte años,
oxigena y mantiene la chavismo.
Juan Guaidó llama, por enésima
vez, a la unión que se traduce en “más de lo mismo”.
¿Qué pasa en Italia?
No solo el chavismo, también la falsa oposición llega a todas
partes gracias a varias asociaciones que bajo la fachada humanitaria no
hacen más que llevar adelante el socialismo y el izquierdismo de la oposición.
Se infiltran por todas partes y hacen daño. Gracias a su intervención, involucran a
personajes muy izquierdistas y cercanos al Movimiento 5 Estrellas a través de
personajes como Merlo del MAIE, lo cual es inaceptable. Es la imagen más errónea
que se puede tener, para quienes se han desmarcado por completo de la
mencionada falsa oposición de parte de un partido, cuya coordinadora MCM ha declarado "hay que sacar a los falsos amigos poque tarde o temprano te venderán al enemigo".
El fracaso de la oposición ha
instalado en la conciencia colectiva de gran parte de la población la sensación
de que el cambio político es casi imposible. Un guión estudiado y aplicado por
otros países, principalmente Cuba.
¿Qué está pasando en Italia?
Infiltraciones chavistas y, por otro lado, también de Guaidó que podríamos
llamar leopoldistas, se están moviendo gracias a la ayuda por parte de
Asociaciones chavistas y algunas Asociaciones leopoldistas en apoyo al
interinato, por medio de algunas
personas que dicen ser activistas por Venezuela, intentan sumarse a los equipos de trabajo en Italia y en el mundo, trayendo sólo división y agua al molino del
interinato.
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